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Al Policlinico di Milano il bambino nato due volte

01 Novembre 2025 - 08:19 Alba Romano
bambino ludovico policlinico milano tracheotomia
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Ludovico alla nascita soffriva di laringocele. Le due operazioni e il salvataggio

Al Policlinico di Milano c’è un bambino che è nato due volte. Si chiama Ludovico e la prima è stata il 22 giugno 2025, quando è venuto alla luce con parto naturale alla Clinica Mangiagalli. La seconda volta è stata ad agosto, quando dopo una tracheotomia d’urgenza e un intervento con un macchinario di ultima generazione che sfrutta il laser C02, ha potuto iniziare a respirare da solo, con la laringe finalmente libera da una cisti congenita che aveva rischiato, 20 minuti dopo la nascita, di soffocarlo. Il bambino soffriva di laringocele: una “neoformazione” sulla laringe causata di solito da laringe e corde vocali sempre sotto sforzo.

Il laringocele

«I casi in bimbi così piccoli, descritti in letteratura, sono meno di dieci al mondo», spiega all’edizione milanese di Repubblica Lorenzo Pignataro, ordinario di Otorinolaringoiatria alla Statale e primario al Policlinico di via Sforza. «Il bambino è nato con parametri nella norma e un buon punteggio Apgar. Dopo però una ventina di minuti ha iniziato a mostrare uno stress respiratorio che è andato via via ad aumentare». Uno «stridoresempre più forte, di respiro in respiro», dicono i genitori, Krisztina e Francesco.

L’intervento

I medici lo hanno intubato e poi sottoposto a una tracheotomia di urgenza, quando ancora si trovava nella sua culletta nel nido dell’ospedale. La cisti, in 24 ore, aveva fatto spostare il tubo che gli consentiva di respirare. Per due mesi, Ludovico è rimasto in ospedale, «in terapia intensiva: un mondo parallelo, che sai che esiste ma che non pensi che potrai mai conoscere», racconta la madre.

La seconda operazione

Poi Ludovico è stato operato di nuovo con «un macchinario con laser al CO2, che ha consentito l’asportazione di tutta la porzione di laringe interessata dalla neoformazione, sopra le corde vocali. Preservandole, in modo da tutelare la voce», dice Pignataro. Il 29 agosto le dimissioni. Ludovico ha dovuto imparare a respirare da solo, a mangiare e a deglutire. Il primo biberon, così, lo ha preso pochi giorni prima di tornare a casa: «Qualche goccia di latte, per capire se riusciva a ingoiare: fino ad allora, si era alimentato con un sondino. Vederlo bere quelle gocce è stata la più grande emozione», concludono i genitori.

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