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Scuola, il caso del corso contro la guerra cancellato da Valditara: «Indottrinamento contro il governo»

03 Novembre 2025 - 08:53 Ygnazia Cigna
scuola libri scolastici valditara
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Il corso online «La scuola non si arruola» è stato soppresso dal Mim perché ritenuto non coerente con la formazione dei docenti. Scoppia la polemica

Diventa un caso nel mondo della scuola e dei sindacati la decisione del ministero dell’Istruzione e del merito di annullare il corso online «La scuola non si arruola», che era previsto per il 4 novembre, giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. L’iniziativa, promossa dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dal Cestes, ha contato oltre mille docenti iscritti e ha affrontato temi come la «cultura della difesa e della militarizzazione dell’istruzione» e il «genocidio nella didattica della storia». Il ministero ne ha disposto la sospensione, definendo l’evento «non coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente, presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti».

Perché è stato cancellato

Secondo il ministero, l’iniziativa non ha potuto essere accreditata perché organizzata da un soggetto non riconosciuto e non ha potuto quindi prevedere l’esonero dal servizio per gli insegnanti partecipanti. In una nota, il dicastero di viale Trastevere ha ribadito la necessità di evitare «propaganda a spese del contribuente». Per il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, non ci sono stati dubbi, e ha difeso la scelta: «Il corso ha i connotati di una iniziativa propagandistica di natura prettamente politica».

L’ira dei sindacati: «Censura»

Durissime sono state le reazioni dei sindacati e del mondo scolastico. La Flc Cgil ha parlato di «ennesimo atto di censura e di lesione della libertà di insegnamento», ha definito «risibili» le motivazioni dell’annullamento e ha denunciato «il tentativo del ministero di piegare la scuola a interessi e ideologie di parte». Non è tardata ad arrivare anche la replica di Valditara al sindacato: «La Cgil dimostra di avere un concetto inquietante di democrazia: scambia la formazione per una occasione di indottrinamento contro il Governo. I tempi in cui pretendevano di fare propaganda nelle scuole sono passati», ha affermato il ministro. «Noi difendiamo la scuola costituzionale, che mette al centro il rispetto verso lo studente e la necessità di una formazione seria e non ideologica», ha aggiunto. Sulla stessa linea della Cgil si è posizionata anche l’Usb, che ha parlato di «atto gravissimo» e ha ricordato come più di mille docenti avessero già presentato richiesta di partecipazione. Hanno criticato la scelta anche diversi presidi. Per il 4 novembre, sindacati di base, movimenti studenteschi e partiti della sinistra hanno convocato una manifestazione a Milano, in piazza Scala, e hanno organizzato presidi in oltre venticinque città per chiedere il ripristino del corso e ribadire la libertà di insegnamento.

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