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Ignazio La Russa e il bis di Giorgia Meloni: «Ne sono convinto. Ma niente Quirinale»

05 Novembre 2025 - 08:23 Alba Romano
Il presidente del Senato: cori fascisti? Solo folklore

«I risultati del governo presuppongono almeno un bis. Ne sono convinto» Lo dice il presidente del Senato Ignazio La Russa, intervistato dalla Repubblica. Dicendosi convinto che al Meloni I seguirà un Meloni II. E il Colle? «Dimenticatevi che lo voglia fare, la conosco . Ci abbiamo anche scherzato sopra. Non ci pensa proprio, neanche lontanamente». Tra le riforme nel programma dell’attuale governo resta in testa il premierato. «Se c’è la volontà politica, si può fare. Se poi non ci si arriva, c’è la legge elettorale. Però penso che la volontà ci sia, è nel programma. È la forza di questo governo realizzare ciò che ha promesso. Con il premierato sarà necessario adeguare anche la legge elettorale», avverte.

La riforma della giustizia

La Russa anticipa che voterà sì convintamente al referendum sulla giustizia. E invita a considerare che nella riforma della giustizia «la parte meno importante è proprio la separazione delle carriere. Forse si poteva puntare di più sulla seconda parte, quella che cambia il Csm e lo assoggetta al sorteggio. L’ho detto l’altro giorno a Nordio, a pranzo. Capisco che la separazione è simbolica, ma conta meno del resto. Il vero obiettivo, mi ha confermato, è limitare le correnti con il sorteggio e assoggettare i giudici a un controllo disciplinare terzo». Secondo il presidente del Senato «Giorgia non vorrebbe mai un assoggettamento dei pm al governo, che pure in altri Stati c’è. Se qualcuno anche solo lo prospettasse, in futuro, sarei ferocemente contrario».

I cori fascisti

Infine, sui cori fascisti: «FdI esiste da 13 anni. Di questi episodi, quanti? Due? Cinque? Mai i nostri giovani hanno impedito ad altri di parlare in scuole o Università. Mai hanno aggredito agenti o, che io sappia, avversari politici. Sono solo episodi di folklore neofascista sbagliati e utili solo ai nostri avversari». Poi rivendica che a Parma «sono stati commissariati prima che la notizia venisse alla luce». E conclude: «Io non voglio impiccare nessuno, ma voglio spiegare a questi ragazzi che la reazione a questo antifascismo violento o di maniera non può essere il folklore neofascista. È quello che ci disse Almirante già nel 1979. Sarebbe sbagliato, da stupidi e controproducente, ci spiegò, continuare a usare nostalgie, canzoni e segni distintivi del fascismo nelle nostre sedi. Allora come oggi è al futuro che bisogna saper guardare».

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