Neonati uccisi e sepolti, Chiara Petrolini pensa già al dopo: «Voglio fare la maestra del nido. Non sono pazza, ero debole e sola»

«Non è un comportamento da pazza, ma di una persona debole e sola che ha avuto paura». Chiara Petrolini, la giovane parmense accusata di aver ucciso e nascosto il cadavere di due neonati appena partoriti tra il maggio 2023 e l’agosto 2024, ha risposto così ai consulenti tecnici dell’accusa. Lo hanno raccontato loro stessi, Mario Amore e Domenico Berardi, quando sono stati sentiti nell’aula della Corte d’assise di Parma. La frase, secondo gli esperti, certificherebbe la totale capacità di intendere e di volere della ragazza. E, anzi, la sua freddezza e «povertà emotiva e interiore».
Il colloquio di Chiara Petrolini: «Sto studiando, il mio sogno è fare la maestra»
Le parole della ragazza risalgono a un colloquio del 22 novembre 2024. In quella circostanza, di fronte a una domanda su cosa penserebbe di lei uno psichiatra, Chiara Petrolini si sarebbe appunto descritta non come una pazza ma come una «persona debole e sola, che ha avuto paura». In quello stesso colloquio, come ha spiegato Domenico Berardi in aula, l’imputata ha manifestato la chiara speranza di ricostruirsi una vita: «Sto studiando. Il mio sogno è fare la maestra alle elementari o al nido».
L’analisi dei tecnici: «Sembra guidata da un computer, chiedeva: cosa ho fatto di male?»
La lettura che i consulenti psichiatrici della procura hanno fornito è molto chiara. La ragazza «non ha malattie mentali organicamente definite», non ha un disturbo della personalità e ha «piena capacità di intendere e di volere». Semplicemente si comporta come se fosse «guidata da un computer». Per cui «segue un suo disegno, che è difficile da capire e intuire, ma c’è una continuità, nulla si contraddice». Una caratteristica che, in corrispondenza delle due gravidanze a distanza di 14 mesi, l’avrebbe resa «spregiudicata». E che, a distanza di mesi, nei dialoghi con i consulenti l’avrebbe portata a chiedere più volte: «Ma io cosa ho fatto? Cosa ho fatto di male?».
