L’appello della sindaca di Genova Salis dopo gli insulti sui social: «Patto per le donne da Meloni a Schlein, via odio e violenza di genere»

La sindaca di Genova Silvia Salis lancia un appello alle donne in Parlamento, da Meloni a Schlein, per un patto per le donne. «Perché la politica è tifoseria. Nell’amministrazione precedente alla mia, la mia stessa assessora che si occupa di scuola, Rita Bruzzone, aveva proposto l’introduzione dell’educazione sessuo-affettiva a scuola e tutti avevano votato all’unanimità. Poi, però, il tema è diventato territorio di scontro politico e così anche a Genova la destra si è sfilata, allineandosi al dettato di Roma», afferma, in un’intervista a La Stampa.
L’educazione all’affettività
Sull’educazione all’affettività precisa: «Se pure c’è nel Paese, non dovrebbe esserci nella politica, che ha la sindrome del taglio del nastro: agisce solo quando può vedere i risultati. La violenza nasce dalla debolezza. Quando le persone non vengono allenate al ragionamento, diventano violente. Se non sono abituato a gestire una donna di potere, allora, le do della puttana. Un’educazione sessuo-affettiva, almeno quella che io auspico, ti imporrebbe di domandarti perché apostrofi così quella donna, anziché dirle che non ti piace il suo lavoro: al posto di metterla in discussione, la delegittimi e basta, perché vuoi annientarla, e vuoi annientarla perché non la riconosci».
Meloni e il populismo di destra
Perché Giorgia Meloni denuncia la violenza sessista molto meno rispetto a quanto denuncia gli attacchi al suo operato? «Perché il populismo di destra ha identificato il femminismo con le donne di sinistra», sostiene Salis. Lancia un appello alle donne in Parlamento, da Meloni a Schlein? «Certo. Affinché insistano per un fronte comune e, soprattutto, affinché coinvolgano i colleghi: questa battaglia riguarda tutti. Ci dobbiamo investire centinaia di milioni di euro perché finché ci sarà un Paese dove metà della popolazione andrà a un terzo della velocità a cui potrebbe andare, saremo un Paese affaticato e in ritardo», conclude.
