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Venditti vuole denunciare i pm pavesi per l’inchiesta su Sempio: «L’unico colpevole è Stasi». Poi accusa la procura di Brescia di «aver falsificato le carte»

07 Novembre 2025 - 22:14 Ugo Milano
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Per il suo difensore, l'ex procuratore di Pavia è soltanto «l'obiettivo da colpire» nei due procedimenti a suo carico, tra cui quello di Garlasco. La reazione: «Ho tanta rabbia in corpo»

L’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, ottiene per la seconda volta l’annullamento di un decreto di perquisizione e sequestro nei suoi confronti. Il provvedimento riguarda l’inchiesta della Procura di Brescia, in cui l’ex magistrato è indagato per «peculato e corruzione» nell’ambito del presunto «Sistema Pavia». Un’indagine che si intreccia con un altro filone d’indagine che lo vede accusato di «corruzione in atti giudiziari» insieme al padre di Andrea Sempio, per aver contribuito nel 2017 a scagionare il figlio. Dopo la decisione favorevole di oggi del tribunale del Riesame, Venditti passa al contrattacco contro i magistrati pavesi che hanno riaperto il caso dell’omicidio di Chiara Poggi. «Sta valutando – come spiegato dal difensore Domenico Aiello – se presentare una denuncia sul capo di imputazione formulato dalla Procura di Pavia a carico di Sempio». Accusato, quest’ultimo, di omicidio in concorso con «altri soggetti» o «con Alberto Stasi», condannato definitivo. «Non c’è dubbio – ha spiegato il difensore dell’ex magistrato durante una conferenza stampa – che sia una rappresentazione falsa iscrivere qualcuno in concorso con un altro, quando c’è una Cassazione che dice che c’è stato un solo assassino e una sola presenza sulla scena del crimine», ossia Stasi. L’avvocato Aiello aveva già parlato di possibili profili di «falso ideologico». 

«Venditti è l’obiettivo da colpire nei due procedimenti»

Per il difensore, Venditti è infatti soltanto «l’obiettivo mediato» da colpire nei due procedimenti a suo carico a Brescia, perché «lo scopo finale è fare l’interesse privato di una parte», ovvero «dimostrare l’innocenza di Stasi e trovare il nuovo colpevole Sempio», che fu archiviato proprio su richiesta di Venditti. E lo si sta facendo con un’indagine a Pavia «contraria alle procedure», perché prima, ha aggiunto Aiello, si dovrebbe passare per «un’istanza di revisione sul giudicato Stasi da parte della difesa di quest’ultimo o della Procura generale di Milano».

L’annullamento del decreto di sequestro e l’attacco ai pm di Brescia

Venerdì 7 novembre, il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di sequestro eseguito lo scorso 9 ottobre nei confronti dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti e del pm Pietro Paolo Mazza, oggi in servizio a Milano. Il provvedimento riguardava l’inchiesta sulla gestione delle spese della procura pavese – in particolare intercettazioni e noleggi auto – e prevede la restituzione di tutti i dispositivi sequestrati, tra cui telefoni, computer e hard disk. Restano invece sotto sequestro i dispositivi di Venditti nell’ambito dell’altro filone d’indagine, quello su Garlasco. Sebbene il Riesame avesse già annullato un primo decreto, i pm ne hanno emesso uno nuovo, contro il quale la difesa ha presentato ricorso. È in attesa di fissazione l’udienza per discuterlo. Intanto l’avvocato Aiello depositerà domani un’istanza di incidente probatorio sulle copie forensi dei dispositivi, dopo che la Procura aveva chiesto di procedere con accertamenti irripetibili.

«Falsificate le carte, ho tanta rabbia in corpo»

In una nota Venditti usa parole dure anche sui pm di Brescia che, «pur di perseguire l’obiettivo di sottopormi a una perquisizione infamante e a un sequestro punitivo ed espormi in questo modo al pubblico ludibrio dopo oltre 40 anni di carriera specchiata, non ha esitato a falsificare le carte affermando» nel decreto sul “sistema Pavia” «che avrei sostanzialmente acquistato autovetture a titolo gratuito ovvero a prezzi inferiori a quelli di mercato, contrariamente a quanto già da luglio relazionava la Guardia di Finanza». E poi ancora: «Ho tanta rabbia in corpo – scrive -. Questo nuovo annullamento è l’ulteriore dimostrazione della totale illegittimità e arbitrarietà dei provvedimenti e delle accuse». Si augura che «chi ha il potere di vigilare sul corretto esercizio della funzione requirente giunga al più presto alle dovute determinazioni arrestando questo linciaggio di piazza». 

Foto copertina: ANSA / PAOLO TORRES | L’ex procuratore di Pavia Mario Venditti in una immagine di archivio

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