«La marcia su Roma non fu un colpo di Stato»: Vannacci riscrive la storia del fascismo. Insorgono Pd e Avs: «Intervenga la Lega»

«Ripetizioni per chi la storia l’ha studiata nei manuali del Pd». Con questa scritta in maiuscolo, Roberto Vannacci, ex generale, ora eurodeputato della Lega, apre uno dei suoi ultimi post su Facebook, rilanciando il dibattito sul Ventennio e proponendo la sua “visione” del fascismo. Le frasi del leghista hanno subito scatenato l’ira di Pd e Avs, che lo accusano di «revisionismo», ricordando che il fascismo fu una dittatura e chiedendo un intervento della Lega. Vannacci, però, non ci sta e replica: «Sono verità a volte scomode – spiega -. Io non ho fatto altro che riportare una cronologia riscontrabile in qualsiasi documento, citando le fonti dello storico che le aveva formulate. Se continuano con queste polemiche, il prossimo libro si intitolerà La storia al contrario», dichiara, parafrasando il nome del suo movimento, Mondo al contrario.
Il post sul fascismo
L’eurodeputato, che allega al post delle foto di alcuni libri sul duce scritti dallo storico Renzo De Felice, inizia dall’arrivo di Mussolini alla Camera: «Il 15 maggio 1921, Benito Mussolini viene eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento. Fu il terzo deputato più votato d’Italia» e ancora: «La Marcia su Roma non fu un colpo di stato ma poco più di una manifestazione di piazza (Francesco Perfetti – storico)». Basti vedere che «il Regio Esercito, agli ordini del re, aveva tutte le possibilità di fermarla ma Vittorio Emanuele III si rifiutò di firmare lo stato d’assedio e, il 29 ottobre, convocò Mussolini a Roma (che giunse comodamente in treno da Milano) incaricandolo di formare un governo di coalizione». Ma non solo: il numero due del partito di Matteo Salvini sottolinea come il primo governo guidato dal duce avesse al suo interno esponenti provenienti dai partiti «liberali, popolari e nazionalisti». E infine: «Tutte le principali leggi – dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle stesse leggi del 1938 (le leggi razziali, ndr) – furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge». Nel lungo elenco di date ed eventi non viene fatto nessun riferimento al delitto Matteotti.
L’ira delle opposizioni
Contro il post dell’eurodeputato si scagliano le forze di opposizione che chiedono un intervento del leader della Lega: «È imbarazzante il silenzio di Salvini sulle provocazioni fasciste di Vannacci», tuona il senatore Dem Francesco Verducci che prosegue: «Se la Lega è ancora un partito antifascista, allora intervenga e tolga a Vannacci un ruolo che è un offesa per la nostra Repubblica e la nostra Costituzione». Dura la presa di posizione anche di Avs: «Vannacci – sottolinea Luana Zanella – sconfitto alle urne in Toscana, straparla di fascismo aizzando il popolo dei social. Non è un uomo pericoloso quanto ridicolo, ma sarebbe bella una rivolta all’interno di quella Lega che fu federalista e antifascista».
Foto copertina: ANSA/MICHELE MARAVIGLIA | Roberto Vannacci a Pontida, 21 settembre 2025
