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Oltre 100mila persone senza acqua, luce e riscaldamento a Kharkiv. Sugli asset congelati Mosca minaccia: «Se vanno a Kiev, risponderemo»

09 Novembre 2025 - 16:40 Alba Romano
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Lavrov, ministro degli esteri russo, si è detto disposto a incontrare l'omologo Marco Rubio. Intanto il Cremlino nega di aver ordinato nuovi test nucleari

Sono oltre 100mila le persone che nella regione di Kharkiv sono senza elettricità, acqua e riscaldamento da 24 ore. È questo il bilancio dei raid russi che hanno bersagliato le infrastrutture energetiche ucraine fatto dal vice primo ministro, Olekseiy Kuleba. «I servizi energetici e di pubblica utilità stanno lavorando 24 ore su 24 per stabilizzare la situazione. Ma l’entità della distruzione è significativa e ci vuole tempo». 

Cremlino: «Putin non ha mai ordinato test nucleari»

Dopo giorni in cui il Cremlino e la Casa Bianca si erano sfidati sui test nucleari, annunciando entrambi di volerli riprendere, Mosca fa una mezza retromarcia. Almeno sulla carta. «Vladimir Putin non ha dato istruzioni per iniziare i preparativi», ha precisato il portavoce presidenziale, Dmitry Peskov. «Prima di tutto, dobbiamo capire se dobbiamo farlo. Questa deve essere una decisione seria, fondata e ponderata: i nostri specialisti lavoreranno su questo». Il programma nucleare e i relativi test verranno però immediatamente riattivati «se un altro Paese volerà i propri obblighi». È questione di «parità strategica», ha spiegato Peskov. «Ma per ora non intendiamo violare i nostri obblighi sul divieto dei test nucleari». 

L’apertura di Lavrov: «Pronto a incontrare Rubio»

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov si è detto pronto a incontrare il segretario di Stato americano Marco Rubio, nonostante le indiscrezioni secondo cui sarebbe stato responsabile dell’annullamento del vertice tra Trump e Putin, proprio alzando il tiro in una telefonata con Rubio. A Ria Novosti, Lavrov ha minimizzato. «Rubio e io comprendiamo la necessità di una comunicazione regolare – ha affermato – È importante per discutere la questione ucraina e promuovere l’agenda bilaterale. Per questo comunichiamo telefonicamente e siamo pronti a tenere incontri di persona quando necessario».

Lavrov e la minaccia sui beni congelati

Ma oltre alla disponibilità Lavrov ha precisato anche che la Russia è pronta a rispondere in base al principio di reciprocità qualora i Paesi occidentali decidessero di trasferire i beni russi congelati all’Ucraina. «La Russia fornirà una risposta adeguata a qualsiasi atto di banditismo in conformità con il principio di reciprocità, sulla base degli interessi nazionali e della necessità di risarcire i danni causati», ha dichiarato , secondo cui «non esiste un modo legale per sequestrare i beni russi congelati». 

«Risponderemo se i beni congelati ai russi andranno per sostenere l’Ucraina»

«Il cinismo dell’interpretazione della Commissione europea della Carta delle Nazioni Unite e di altre norme giuridiche internazionali, comprese le disposizioni sull’immunità sovrana e l’inviolabilità dei beni delle banche centrali, ha smesso da tempo di sorprendere», ha detto il ministro. «Indipendentemente da come sia strutturato il piano per sequestrare il denaro russo, non esiste un modo legale per farlo», ha aggiunto. E la confisca «non salverà Kiev, poiché non sarà in grado di ripagare alcun debito». Ha poi precisato che non tutti gli stati europei «riconoscendo questa realtà, sono disposte ad adottare ciecamente misure che potrebbero rappresentare gravi rischi per la reputazione dell’eurozona come area di attività economica».

Il dilemma di Anchorage

«Stiamo ora aspettando la conferma dagli Stati Uniti che gli accordi di Anchorage restino in vigore», ha poi affermato Lavrov, spiegando che l’intesa raggiunta nell’incontro tra i presidenti Vladimir Putin e Donald Trump «rappresentano un compromesso». In questa prospettiva, «gli americani lo capiscono. Nessuno mette in discussione l’integrità territoriale della Russia e la scelta degli abitanti di Crimea, Donbass e Novorossija, che hanno preso decisioni determinanti per riunirsi alla loro patria storica nei referendum del 2014 e del 2022», ha spiegato il ministro.

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