Lo shutdown Usa colpisce anche l’Ucraina: congelate vendite di armi per 5 miliardi. È allarme: «Così Cina e Russia hanno vita facile»

Vendite ed esportazioni di armamenti verso l’Europa per un valore a superiore ai 5 miliardi sono rimaste paralizzate dallo shutdown, il blocco delle attività amministrative americane che va avanti da 40 giorni dopo la mancata approvazione della legge di bilancio. A rivelarlo è Axios, secondo cui la maggior parte di quelle armi sarebbero poi state consegnate dai Paesi membri della Nato all’Ucraina.
L’export di armi in bilico
Lo stallo governativo sta portando con sé settimane di incertezza, dai numerosi licenziamenti ai dipendenti costretti a lavorare senza stipendio fino al caos nella gestione degli scali aeroportuali. Adesso, come rivela l’autorevole testata americana, l’impatto si espande fin sul conflitto tra Russia e Ucraina. Stando a una stima del dipartimento di Stato, visionata da Axios, il governo e le imprese americane erano pronte a spedire 5 miliardi di dollari in armi per sostenere «gli alleati Nato e l’Ucraina». Un export che è rimasto bloccato al di là dell’oceano proprio a causa dello shutdown.
La vendita di armi verso Paesi Nato e l’effetto del blocco amministrativo
Nelle prossime settimane, l’industria bellica americana avrebbe rimpolpato l’arsenale di Danimarca, Croazia e Polonia con numerose armi, tra cui missili AMRAAM, sistemi di combattimento Aegis e i lanciarazzi HIMARS. Secondo Washington, la maggior parte di questi sarebbe poi stato concesso a Kiev per sostenerla nella guerra contro la Russia. In cosa ha influito concretamente lo shutdown? Ogni vendita di armi all’estero deve essere esaminata dal Congresso, come stabilisce l’Arms Export Control Art. Nelle ultime settimane però solo un quarto dei funzionari governativi, che hanno il compito di informare il personale della Commissione congressuale e ottenerne il via libera, ha lavorato. La maggior parte è stata messa in congedo, causando nei fatti una paralisi operativa.
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Che si tratti di un’effettiva problematica o di un metodo alternativo per i repubblicani di puntare il dito contro i democratici, sono numerose le critiche rivolte proprio alla minoranza del Congresso: «Sta danneggiando sia i nostri alleati e partner che l’industria statunitense, che non riesce a fornire molte di queste capacità critiche all’estero», ha detto ad Axios un alto funzionario del dipartimento di Stato. «La Cina e la Russia non sono ferme, iloro sforzi per minare gli Stati Uniti e i nostri partner e alleati diventano più facili mentre la nostra base industriale soffre e le esigenze dei nostri alleati rimangono insoddisfatte», ha affermato il presidente della commissione Affari esteri del Senato James Risch.
