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La deportazione in Germania e poi la fuga: la storia che Elisa Perini non raccontò mai alla famiglia. Ora la figlia chiede la Medaglia d’onore

10 Novembre 2025 - 12:41 Ugo Milano
deportazione elisa perini
deportazione elisa perini
La scoperta grazie al lavoro di uno storico con il comune di Povegliano Veronese

Fino a quando lo storico Renzo Perina non è venuto a bussare alla sua porta, Marie Rose Rossetti, 74 anni, non sapeva niente della storia della madre, Elisa Perini, nata a Povegliano Veronese nel 1922 e deportata in Germania nel 1943. Dal campo dove era stata internata Perini riuscì a fuggire, non si sa come, per poi rifarsi una vita come sarta in Belgio. Di questo burrascoso passato, ricostruito oggi in un pezzo del Corriere della Sera a firma di Marianna Peluso, però alla famiglia non raccontò mai nulla. Solo cinque anni dopo la sua morte, il ritrovamento di una dichiarazione resa al Comitato di liberazione provinciale ha svelato un segreto rimasto taciuto per decenni.

La vita segreta di Elisa Perini

«Io non sapevo nulla. Mia mia madre era un sepolcro», racconta la figlia. Che adesso vorrebbe recuperare il più possibile. «Sto cercando di ricostruire gli anni dal ’42 al ’45, ma è difficilissimo. Ho scritto anche all’anagrafe di Charleroi e all’ambasciata, in Belgio, ma finora non ho avuto risposte. I documenti militari sono tanti, ma quelli sui civili internati pochissimi», spiega. Non una parola sulla casa crollata sotto le bombe o sui giorni da internata, di Elisa Perini si sa solo quello che le successe dopo: la nuova vita a Charleroi con la madre Leonilde, punto di riferimento per i veneti emigrati in Belgio, e l’incontro con Anselmo Rossetti, un soldato di Vigasio che a sua volta era stato internato in Germania. «Probabilmente neanche mio padre sapeva della deportazione subìta da mia madre – continua Marie Rose – altrimenti ce l’avrebbe detto».

La richiesta per la Medaglia d’onore

Perché la storia di Elisa Perini «non fosse più solo un segreto familiare, ma finalmente un ricordo pubblico», Marie Rose Rossetti, ricostruisce il Corriere della Sera, ha scelto di partecipare al lavoro degli storici e dell’amministrazione comunale di Povegliano Veronese, che da tre anni sostiene le famiglie degli internati nel recuperare le carte necessarie per ottenere la Medaglia d’onore del Presidente della Repubblica. Lo scorso 26 agosto Marie Rose si è presentata in municipio per firmare la richiesta ufficiale. «Mia madre merita che la sua storia venga raccontata» chiede. Così, dopo 84 anni, la storia di Elisa Perini, come ha ricordato la sindaca di Povegliano Roberta Tedeschi, è tornata a casa.

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