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Giorgia Meloni contro sinistra e Cgil: «Dimissioni se perdo il referendum? A casa possono mandarmi solo gli italiani» – Il video

10 Novembre 2025 - 20:17 Ugo Milano
Il comizio a Bari per spingere la candidatura di Lobuono alle regionali: «Sciopero generale? Mai sia che fanno la rivoluzione di martedì»

A prescindere da come andrà il referendum sulla giustizia, Giorgia Meloni rimarrà a Palazzo Chigi. A ribadirlo è la stessa premier, intervenuta stasera al comizio del centrodestra a Bari per spingere la candidatura di Luigi Lobuono in vista delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre. «Mettetevi l’anima in pace, la Meloni arriverà a fine legislatura e poi chiederà agli italiani di essere giudicata sul complesso di ciò che ha fatto. La Meloni a casa ce la possono mandare solo gli italiani, una cosa a cui la sinistra non è abituata: la democrazia», ha detto la leader di Fratelli d’Italia intervenendo al comizio.

La sfida del referendum sulla giustizia

E a proposito di giustizia, la premier rivendica la riforma approvata da Camera e Senato, che a suo avviso contiene «norme di buonsenso» e, nonostante questo, è stata usata dalle opposizioni per accusare il governo «di qualsiasi nefandezza, di volere i pieni poteri, di assoggettare la magistratura alla politica». In realtà, aggiunge Meloni parlando delle opposizioni, «non sopportano che facciamo il contrario: togliamo il controllo dalla politica, e questo alla sinistra non va giù. Noi vogliamo una magistratura che sia libera, non controllata da nessuno. E sono certa che migliaia di magistrati nel segreto dell’urna voteranno a favore. Anche molti esponenti di sinistra».

La «manovrina» e l’attacco a Pd e Cgil

Nel difendere l’operato del suo governo, Meloni cita anche la manovra al vaglio del Parlamento, la quarta firmata dal suo esecutivo in tre anni, che vale 18,7 miliardi ed è stata definita «una manovrina» dal centrosinistra. «Vale la pena di ricordare all’opposizione che avremmo potuto fare una “manovrona” se non avessimo 40 miliardi di euro di crediti del geniale Superbonus di Conte», ha ribattuto la premier.

L’attacco alla Cgil sullo sciopero generale

Dopodiché, se l’è presa con la Cgil, che ha indetto uno sciopero generale il 12 dicembre proprio per protestare contro la legge di bilancio del governo Meloni. «Abbiamo messo in manovra una misura sui rinnovi contrattuali, che la Cgil voleva, e la Cgil cosa fa? Sciopero generale, di venerdì. Non sia mai che la rivoluzione la facciamo di martedì, a dimostrazione che i diritti dei lavoratori non sono prioritari per alcuni».

Le liste d’attesa e il messaggio in vista delle regionali

Ma visto che la platea è composta da potenziali elettori alle prossime elezioni regionali, Giorgia Meloni ha scelto il tema che in assoluto più dipende dalle scelte dei governatori: la sanità. «Se le regioni ci danno una mano, il nostro obiettivo è abbattere le liste d’attesa. Anche qui le cose iniziano ad andare meglio: con i provvedimenti assunti a livello nazionale, quest’anno finora il Sistema sanitario nazionale ha erogato 1,3 milioni di prestazioni in più agli italiani. Di questo passo, a fine anno saranno oltre 2 milioni di prestazioni in più rispetto all’anno precedente grazie alle scelte del governo», ha rivendicato la premier.

Video copertina: Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev

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