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Roma, dopo 31 anni scavi sotto la Casa del Jazz: si cerca il corpo del giudice Paolo Adinolfi

13 Novembre 2025 - 10:36 Ugo Milano
casa del jazz
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Cani molecolari e investigatori all’opera nella Capitale in via Cristoforo Colombo. La sparizione del magistrato risale al 2 luglio 1994

Dopo 31 anni dalla misteriosa scomparsa del giudice Paolo Adinolfi, gli investigatori hanno avviato nuovi scavi sotto la Casa del Jazz a Roma, in via Cristoforo Colombo, utilizzando anche cani molecolari. L’operazione è stata decisa dal comitato provinciale per l’ordine a la sicurezza pubblica su richiesta dell’ex giudice Guglielmo Muntoni. Adinolfi era un magistrato della Corte d’Appello in servizio nella sezione Fallimentare del tribunale di Roma. Scomparve il  2 luglio 1994 e la sua macchina fu ritrovata al Villaggio Olimpico il giorno stesso.

La sparizione del giudice 31 anni fa

Secondo le ricostruzioni dell’epoca, il giudice Adinolfi quel 2 luglio 1994 uscì di casa dicendo che sarebbe tornato a pranzo, ma non fece più ritorno. La famiglia, la moglie Nicoletta e i figli Giovanna e Lorenzo, lo attese invano. Nel corso degli anni le indagini hanno raccolto testimonianze contrastanti: alcune lo avrebbero visto su un autobus nonostante fosse uscito in auto, altre riportano la presenza accanto a lui negli uffici di piazzale Clodio di un giovane sconosciuto.

Le piste investigative

Tra le piste investigative ipotizzate vi sono collegamenti con i fallimenti della Fiscom e della Ambra Assicurazioni, casi di grande rilevanza trattati da Adinolfi nella sezione Fallimentare. Nel primo caso, l’imprenditore Enrico Nicoletti, considerato il cassiere della Banda della Magliana, fu condannato in primo grado, alimentando negli anni l’ipotesi secondo cui il giudice potesse essere sepolto in qualche proprietà a lui collegata.

La Casa del Jazz

La Casa del Jazz, infatti, è nata sulle ceneri di un bene sequestrato alla malavita organizzata. La struttura era la villa del boss Nicoletti e, dopo la confisca, era stata assegnata al comune di Roma. Una lapide posta all’ingresso riporta i nomi delle vittime di mafia ed era realizzata in collaborazione con l’associazione Libera di Don Ciotti. Il progetto di Casa del Jazz era stato fortemente voluto dall’allora sindaco Veltroni.

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