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Bimbo sgozzato dalla mamma a Trieste. Gli allarmi inascoltati di papà Paolo: «La madre è pericolosa, non lasciatelo solo con lei»

14 Novembre 2025 - 12:20 Stefania Carboni
bimbo ucciso madre
bimbo ucciso madre
Le relazioni in tribunale, gli sfoghi del padre i colleghi di lavoro: «Così Giovanni verrà ammazzato. Lasciarlo solo con la mamma significa condannarlo a morte». E una domanda: il bambino di 9 anni poteva esser salvato?

Più volte Paolo Trame, padre del bimbo di 9 anni ucciso ieri dalla mamma ed ex moglie Olena Stasiuk, aveva avvertito giudici e assistenti sociali. «Quella donna è pericolosa, non lasciate che veda nostro figlio da sola». Aveva allertato sul pericolo in corso. E invece mercoledì sera, a Muggia, nel triestino, la donna ha ucciso il loro unico figlio, con una coltellata alla gola.

«Giovanni vittima di una morte annunciata»

Un avvertimento quello dell’uomo separato dalla moglie ucraina, che aveva messo nero su bianco, secondo quanto ricostruito da Repubblica. «Se succederà qualcosa di terribile – si legge in un atto giudiziario del 2021, con cui già si era opposto alla richiesta della donna di stare da sola con il bambino – qualcuno dovrà risponderne». La pensano così anche amici e parenti dell’uomo, secondo cui il piccolo Giovanni «è rimasto vittima di una morte annunciata. Assistenti sociali, psicologi e magistrati facciano un esame di coscienza e impediscano che simili delitti possano ripetersi».

Il tentativo di strangolamento nel 2023

La coppia si separò quando il piccolo Giovanni aveva 1 anno. Continui litigi, problemi economici e un disagio psichico della donna, sotto farmaci per la schizofrenia e in cura al Centro di salute mentale. Quei documenti, corredati anche dalle relazioni dei servizi sociali, sono ora al vaglio della procura che indaga su omicidio volontario pluriaggravato. Anche perché c’è un precedente: nel giugno del 2023 il bambino era finito al pronto soccorso dell’ospedale cittadino con lividi sul collo e a una mascella. Una prognosi confermata anche nel racconto del bambino, perché «la mamma ha tentato di strozzarlo».

«Se muoio io, Giovanni muore con me»

Nel corso delle litigate con l’uomo Olena aveva più avvolte avvertito che se sarebbe morta il figlio l’avrebbe seguita. Agli atti c’è anche una minaccia di suicidio, rivolta ai giudici del tribunale civile e agli assistenti sociali del Comune di Muggia. «Se non mi date l’affidamento di mio figlio mi butto nel mare e mi annego assieme al bambino», aveva dichiarato la donna. Per questo i servizi, spiega Repubblica, avevano consigliato al tribunale di Trieste di affidare il bambino esclusivamente al padre. Anche perché la donna lavorava in modo saltuario e spesso non aveva nemmeno una dimora fissa. L’ex marito, secondo i suoi legali e gli amici, per aiutarla a pagare l’affitto del miniappartamento nel centro di Muggia, dove ha poi ucciso il loro bambino, le avrebbe infine versato 250 euro al mese. Ed è grazie a un alloggio, trovato con l’aiuto della parrocchia, che Olena ha avuto la possibilità di incontrare il figlio per tre volte alla settimana. Dal 2021, e fino allo scorso maggio solo con incontri protetti, davanti agli assistenti sociali. Da alcune settimane, il mercoledì pomeriggio, per poche ore, da soli. Ma papà Paolo non era tranquillo.

La confidenza ai colleghi: «Così lei lo ammazzerà»

Repubblica ha raccolto le paure che l’uomo ha affidato, nemmeno due settimane fa, ai colleghi di lavoro del Sincrotrone di Basovizza: «Così Giovanni verrà ammazzato. Lasciarlo solo con la mamma significa condannarlo a morte». Non la pensavano così giudici e sanitari secondo cui lo stato mentale di Olena si era stabilizzato, sottolinea il quotidiano. Il bambino poteva vivere ancora a casa del padre concedendo però «un aumento graduale della frequentazione con la madre, sia libera che coadiuvata dalla presenza di educatori e assistenti sociali». Proprio mercoledì si doveva decidere sull’affidamento definitivo del bambino, in un’udienza rinviata poi al prossimo febbraio. Ma ora Giovanni non c’è più.

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