La bugia di Trump su Epstein e sull’amicizia troncata nel 2004, una mail del finanziere lo smentisce: «Ero con lui il Thanksgiving del 2017»

Il Giorno del Ringraziamento del 2017 Donald Trump ha ospitato Jeffrey Epstein nella sua mega villa di Mar-a-Lago, in Florida. Lo si evince da uno scambio di mail contenuto nelle migliaia di pagine dei cosiddetti “Epstein file” pubblicate negli scorsi giorni dalla Commissione vigilanza della Camera. È proprio il finanziere, condannato per favoreggiamento di prostituzione e traffico sessuale di minori e morto suicida in cella nel 2019, a rivelarlo in uno scambio di messaggi con Faith Kates, fondatrice della mega agenzia di modelle Next Model Management. L’informazione, però, contraddirebbe in maniera clamorosa una posizione pubblica che Donald Trump ribadisce da anni, cioè di aver tagliato ogni rapporto con Epstein dal 2004, poco prima del suo primo arresto.
Gli invitati a Mar-a-Lago: dai grandi finanzieri di Wall Street a Epstein
Il dettaglio si nasconde in una risposta a Faith Kates, che chiede al finanziere i suoi piani per il 23 novembre 2017. «Eva», è la riposta lampo di Epstein, che probabilmente si riferisce alla ex fidanzata Eva Andersson-Dubin. Kates tira fuori il nome del marito della donna, Glenn Dubin, ipotizzando che ci sarebbe stato anche lui: «Chi altro ci sarà lì?». Epstein soddisfa la sua curiosità: «David Fizel, Hanson, Trump». Il primo è David Fiszel, fondatore e investitore di punta dell’hedge fund Honeycomb Asset Management. E poi, ovviamente, Trump, che secondo le carte conservate nella Casa Bianca avrebbe ospitato la festa del Thanksgiving 2017.
Il messaggio di Trump: «Epstein era democratico, lasciatemi governare in pace»
Dopo le mail in cui si suggerisce che «Trump sapeva delle ragazze», e quelle in cui Epstein sostiene di avere in mano le carte giuste per far crollare il sogno presidenziale del tycoon, le nuove carte desecretate stanno costituendo una vera e propria spina nel fianco per l’inquilino della Casa Bianca. Quest’ultima specifica sul Giorno del Ringraziamento ha però fatto saltare i nervi a Trump, che ha preso la via dei social per attaccare chi diffonde le «bufale di Jeffrey Epstein». Secondo il presidente Usa, i democratici «stanno facendo tutto il possibile per promuovere nuovamente la bufala Epstein, nonostante il Dipartimento di Giustizia abbia pubblicato 50mila pagine di documenti, al fine di distogliere l’attenzione dalle loro politiche inadeguate e dalle loro perdite, in particolare dall’imbarazzante shutdown, che ha causato il caos totale nel loro partito, che non ha idea di cosa fare». I repubblicani che hanno votato per la pubblicazione delle mail sarebbero invece «ingenui e poco risoluti». Poi l’ultimo affondo: «Epstein era un democratico ed è un problema dei democratici, non dei repubblicani! Di Epstein chiedete a Bill Clinton, Reid Hoffman e Larry Summers, loro sanno tutto di lui. Non perdete tempo con Trump. Ho un Paese da governare».
