Chi ha aiutato Elia Del Grande a scappare, indagata la compagna Rossella Piras: le notti sul pedalò, l’errore e il precedente 10 anni fa

Rossella Piras è indagata. La storica compagna di Elia Del Grande, il 49enne che nel 1998 sterminò la famiglia a colpi di fucile nel Varesotto, avrebbe agevolato la fuga dell’uomo dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia, nel Modenese. Due settimane dopo essere scomparso nel nulla, il killer della cosiddetta «strage dei fornai» è stato riacciuffato proprio in un’abitazione a Cadrezzate, il paese in provincia di Varese dove abitava con i genitori e con il fratello maggiore. La 59enne risulta accusata di «procurata inosservanza di misure di sicurezza detentive».
L’ipotesi della compagna e il racconto di Del Grande alle Iene
Da quando Elia Del Grande aveva fatto perdere le sue tracce, il 30 ottobre scorso, gli inquirenti modenesi hanno indagato su chi avesse potuto aiutarlo a scappare, senza trovare piste attendibili. Il detenuto, al telefono con il programma Le Iene poche ore prima di essere catturato di nuovo, aveva negato qualunque coinvolgimento della compagna: «Piuttosto mi ha aiutato un tassista», aveva detto. Una versione che non ha convinto la procura di Varese, che ha aperto un fascicolo di indagine parallelo a quello della procura emiliana.
La notte sul pedalò e l’errore della casa di famiglia
L’iscrizione nel registro degli indagati di Rossella Piras emerge da un decreto di perquisizione, che i carabinieri di Varese hanno eseguito lo scorso venerdì in alcune abitazioni tra Cadrezzate e Monate. Perquisizioni che, stando a quanto riporta Il Giorno, non erano solo finalizzate a rintracciare il fuggitivo ma anche a cercare prove del supporto logistico della donna nell’organizzare la sparizione del compagno, rimasto nei boschi della Lombardia settentrionale per 12 giorni. L’uomo, secondo gli inquirenti, di notte si rifugiava su un pedalò nel lago di Monate per sfuggire ai controlli stradali. Era però tornato il 12 novembre nell’abitazione dove, ventisei anni fa, aveva massacrato i genitori e il fratello. Proprio quel giorno in quella casa Piras era entrata, riempiendo una borsa per poi andare in aeroporto e tornare a Olbia, dove abita. E proprio quel giorno l’uomo è stato fermato dai carabinieri.
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Il precedente: l’evasione (organizzata e fallita) nel 2015
Non è la prima volta che Rossella Piras aiuta Elia Del Grande a fuggire dalle sbarre o, in questo caso, da una casa-lavoro. Nel 2015 l’uomo aveva tentato di evadere dal carcere di Pavia proprio con la collaborazione della donna: un tentativo che era costato a entrambi una condanna nel marzo 2018. La relazione tra i due era nata qualche anno prima per via postale, una infatuazione reciproca per corrispondenza che è sfociata nella fuga fallita. Del grande aveva aperto con dei seghetti un varco di 30 centimetri all’interno della cella per raggiungere i condotti sotterranei, poi il cortile e il muro di cinta. Questo lo avrebbe superato con una corda dotata di rampino artificiale, lunga 11 metri e composta legando lenzuola tra loro. La donna, dopo avergli portato di nascosto in carcere una sim per il cellulare, aveva noleggiato un’auto con conducente (costo 480 euro) istruendo l’autista di portare il suo passeggero a Livorno. Da Livorno un camionista avrebbe dovuto condurre Del Grande fino a Olbia, nascondendolo nel rimorchio e imbarcandosi sul traghetto. Il piano, degno di un film, fallisce. Come dieci anni fa, così oggi.
