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Gattuso a muso duro contro La Russa: «Non ha neanche visto la partita: ci hanno minacciato di morte»

15 Novembre 2025 - 14:56 Giovanni Ruggiero
Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso
«Non so dove fosse quella sera» ha detto il ct della Nazionale parlando del presidente del Senato. La versione di Ringhio sulle contestazioni in Moldova: perché secondo lui quel comportamento «non si poteva accettare»

È scontro aperto ormai tra il ct della Nazionale Gennaro Gattuso e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Il primo si era lamentato dei fischi e dei cori contro gli azzurri durante la partita contro la Moldova. L’altro l’aveva rimproverato perché «non si può dire “vergogna” a uno spettatore che fischia». Quell’invito della seconda carica dello Stato però è suonata a Gattuso come l’ennesima provocazione in una situazione già parecchio complicata per la sua Nazionale: «Quella partita non l’ha nemmeno vista in tv», ha replicato Ringhio a La Russa.

I cori contro gli azzurri in Moldova

Alla vigilia dell’ultima sfida del girone contro la Norvegia, Gattuso è tornato a commentare quel che è successo in Moldova e il comportamento dei circa 500 tifosi italiani che hanno continuamente contestato la prestazione azzurra. Secondo Gattuso, dagli spalti non sono arrivati solo cori tipo «andate a lavorare» o fischi di disappunto.

Le minacce di morte

Il clima in campo e sugli spalti in Moldova sarebbe stato ben più teso. Gattuso lo racconta rispondendo a muso duro a La Russa: «Rispetto quello che dice La Russa ma non so dove fosse quella sera, sicuramente non era allo stadio e non l’ha vista nemmeno in tv. C’era gente che augurava la morte, c’era gente che diceva che veniva a Coverciano, che dovevamo andare a lavorare. Sono d’accordo che i fischi vanno accettati, ma non erano fischi, erano molto più gravi e non si potevamo accettare»