Corruzione in Ucraina, ora Zelensky rischia il posto: «Cosa sapeva di mazzette e malaffare?»

Volodymyr Zelensky rischia seriamente di non essere rieletto alla presidenza dell’Ucraina. Da eroe della resistenza contro la Russia a pessimo amministratore. Con amicizie tra i corrotti. Tra cui Timur Mindich, 46enne suo socio nella compagnia di produzione che lo lanciò come attore. E che oggi è tra gli indagati per corruzione nell’energia. E la 38enne Sevgil Musayeva, direttrice del giornale online Ukrainska Pravda, lo accusa di aver provato a insabbiare l’inchiesta: «La grande questione è capire che cosa sapesse di tutte queste mazzette e del malaffare. Io non credo che Mindich potesse agire così liberamente, se non con la luce verde di qualcuno molto importante».
La caduta di Zelensky
«Il suo problema principale era e rimane che non ha esperienza politica. Quando venne eletto non ancora 40enne nel 2019 non aveva un partito dietro di sé. Sino a pochi mesi prima aveva fatto l’attore e così mise i suoi amici e collaboratori più fedeli sulle poltrone più importanti. Per lui valeva più la fedeltà e il legame personale che la professionalità», spiegano al Corriere della Sera giornalisti e commentatori a Kiev. «Zelensky non ha avuto la forza di disfarsi di personaggi come Mindich, che ora lo stanno portando a fondo», sostiene il politologo Taras Semenyuk. Dopo lo scontro con Trump e Vance alla Casa Bianca aveva il 90% dei consensi. Tra maggio e agosto sono scesi al 58%.
Valery Zaluzhny
«Se si votasse oggi non verrebbe mai rieletto. L’unico modo che ha per cercare simpatie è favorire le inchieste e sostituire subito i corrotti, oltre a promettere che non si ricandiderà mai più alle elezioni», dice Katya Nesterenko, conduttrice del canale televisivo 1+1. Mentre al suo posto avanza l’ex capo di stato maggiore Valery Zaluzhny, licenziato dal presidente a febbraio 2024 e diventato ambasciatore a Londra.
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Anche lo storico Yaroslav Hrytsak è preoccupato: «Non siamo mai stati così vicini al rischio del collasso nazionale. Il Paese potrebbe implodere per tre motivi principali: i russi che avanzano sui fronti di guerra facilitati dalla presidenza Trump, che ha ridotto gli aiuti militari e il sostegno politico; la crisi economica aggravata dai bombardamenti sulla rete energetica; la crisi morale e politica per lo scandalo delle mazzette. Il problema resta che non possiamo tenere le elezioni sotto le bombe russe, dovremo attendere la fine della guerra, ma Zelensky non ci aiuta per nulla a vincerla».
Tre candidati
Secondo Hrytsak sono tre i candidati a succedergli. Oltre a Zaluzhny, il capo dell’intelligence militare Kyrylo Budanov e Andry Biletsky, un politico della destra nazionalista legata ai circoli del battaglione Azov. Mentre proprio a causa della crisi i militari avvertono: «Sarà un miracolo se passeremo l’inverno». «Stiamo attenti alla propaganda russa: approfitterà per diffondere il vecchio slogan disfattista per cui la resistenza contro Putin è combattuta dai ricchi a svantaggio dei poveri. Adesso troverà più facile ascolto», dice ancora Hrytsak. Musayeva invece spiega al quotidiano che i media ucraina all’inizio della guerra hanno privilegiato «la necessità di fare quadrato in nome della salvezza e dell’indipendenza del nostro Paese. Col passare dei mesi però abbiamo rilevato che la corruzione restava endemica. Anzi, in alcuni casi il fenomeno è peggiorato proprio per il fatto che non c’erano più i media a denunciarlo. L’effetto pernicioso della guerra è stato favorire l’impunità dei corrotti».
I soldati
E lo scandalo ha un impatto sul morale dei soldati: «Assolutamente sì e non solo dei soldati, ma sulla volontà di resistenza del Paese intero. Ecco il motivo per cui credo che Zelensky in persona lavorerà per favorire le inchieste e i processi contro i corrotti». Un leader dell’opposizione come Petro Poroshenko inizia a parlare di elezioni. «Non ora, non prima della fine della guerra. Sicuramente si terranno dopo e allora non credo che Zelensky verrà rieletto, questo scandalo ha avuto un impatto troppo forte. Ma per ora credo debba restare al suo posto, il conflitto continua e il Paese deve combattere senza traumi o cambiamenti radicali. Ovvio che Zelensky dovrà licenziare i corrotti: il criterio per restare ai posti di responsabilità deve essere non il grado di amicizia e lealtà al presidente, bensì la professionalità».
