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Garlasco, il Riesame annulla per la terza volta il sequestro ai dispositivi di Venditti. Perché pc e telefoni rimangono ai pm

17 Novembre 2025 - 13:24 Cecilia Dardana
Mario Venditti
Mario Venditti
La decisione di annullare il decreto riguarda anche i dispositivi degli ex carabinieri pavesi Giuseppe Spoto e Silvio Sapone. Ai magistrati bresciani ora non resta che fare ricorso in Cassazione

Il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato ancora una volta «il decreto di sequestro probatorio» nei confronti dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, emesso il 24 ottobre, relativo agli 11 dispositivi, tra computer, hard disk e telefoni cellulari, acquisiti nell’ambito delle indagini sul caso Garlasco. Accolto così il ricorso dell’avvocato Domenico Aiello, che da settimane contesta l’impianto dei sequestri disposti dalla Procura bresciana.

Le accuse all’ex procuratore del caso Garlasco

Venditti è indagato in due filoni di inchiesta: uno relativo al delitto di Chiara Poggi, per cui è accusato, insieme a Giuseppe Sempio, padre di Andrea, di corruzione in atti giudiziari, l’altro al cosiddetto «sistema Pavia», cioè una presunta rete di scambi di favori tra magistrati, agenti della polizia giudiziaria e imprenditori con cui Venditti – spalleggiato dal pm Pietro Paolo Mazza, oggi in servizio a Milano – gestiva la procura a lui assegnata dal 2014 a fine 2021. Dieci giorni fa il Riesame aveva già annullato il decreto di perquisizione e sequestro eseguito il 9 ottobre nei confronti dei due magistrati, in relazione all’inchiesta sul «sistema Pavia», con la disposizione di restituire i device solo a Mazza e non a Venditti, perché quelli di quest’ultimo erano ancora sotto sequestro per il caso Garlasco. Fino a oggi. La decisione di annullare il decreto riguarda anche i dispositivi degli ex carabinieri pavesi Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, i cui legali avevano fatto ricorso. I giudici hanno ordinato per tutti e tre la «restituzione di tutti i beni sequestrati, unitamente ai dati eventualmente già estrapolati».

Tre annullamenti in meno di due mesi

Il nuovo stop del Riesame è soltanto l’ultimo di una serie. Il 17 ottobre c’è stata la prima bocciatura dei sequestri eseguiti il 26 settembre, ritenuti non sufficientemente motivati. Successivamente, un secondo annullamento aveva riguardato l’altra tranche d’indagine, quella sul «sistema Pavia». Oggi arriva il terzo annullamento, ancora una volta sui medesimi dispositivi, per «difetto di motivazione». Ai magistrati bresciani ora non resta che tentare il ricorso in Cassazione.

I dispositivi di Venditti rimangono ai pm

I dispositivi sequestrati a Venditti restano comunque nelle mani di pm e investigatori della Guardia di finanza di Brescia: la Procura aveva infatti disposto un accertamento irripetibile per le copie forensi e l’estrazione dei dati, ma la difesa aveva trovato un escamotage per prendere tempo, chiedendo al gip di procedere, eventualmente, tramite incidente probatorio con la nomina di un perito terzo. L’avvocato Aiello aveva inoltre sottolineato che, oltre alla mancanza di gravi indizi di colpevolezza necessari per perquisizioni e sequestri, anche nel secondo decreto sul caso Garlasco, la procura non aveva indicato parole chiave per le analisi sui dispositivi, puntando a una ricerca a tappeto estesa su undici anni: dal 2014, quando Venditti divenne procuratore aggiunto a Pavia, fino a oggi.

Le motivazioni del legale di Venditti

Secondo Aiello, la definizione del periodo temporale da esaminare e l’individuazione delle parole chiave sono parametri «prescritti dalla norma e dalla Cassazione». Dopo l’udienza al Riesame del 14 novembre — la terza in poche settimane, dopo l’annullamento disposto anche per i dispositivi dell’ex pm pavese Pietro Paolo Mazza, ora a Milano — era seguito un duro scambio di dichiarazioni tra difesa e pm: Aiello aveva lamentato l’assenza della Procura in aula, mentre i magistrati, in una nota, avevano parlato di «attacchi sopra le righe».

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