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Furbetti al test di Medicina, nel mirino del ministero solo due compiti finiti online. Ma le ammissioni sui social mettono nei guai gli studenti

26 Novembre 2025 - 19:35 Ygnazia Cigna
Cosa è emerso dalla prima ricognizione del ministero dell'Università e della ricerca effettuata con un potete software capace di passare al setaccio milioni di pagine in poche ore

Dopo il caso dei presunti compiti fotografati e diffusi online durante i test di medicina, il ministero dell’Università e della ricerca ha avviato nei giorni scorsi una ricognizione capillare del materiale circolato sul web con l’obiettivo di capire se davvero, durante l’appello del 20 novembre, siano state pubblicate immagini degli esami in corso. Secondo quanto riferiscono fonti informate, il ministero ha passato al setaccio un’ingente quantità di materiale online e la prima ricostruzione sembra confermare lo scandalo, ma ne ridimensiona il numero.

Le foto finite sui social

Le fotografie finite sui social, quelle che avevano alimentato sospetti e polemiche, sarebbero riconducibili a due moduli di domande, entrambi pubblicati al termine della sessione d’esame e non durante. Le due immagini riguardano gli esami svolti all’Università Federico II di Napoli e all’Università di Catania, e sarebbero state caricate online nel tardo pomeriggio del 20 novembre, quando in tutti gli atenei le prove erano ormai concluse. Si tratta quindi di un numero limitato di casi a fronte di circa 160mila compiti complessivamente svolti. Non è detto, però, che possano aumentare con successive rilevazioni.

L’annullamento delle prove singole

Attualmente, però, tutto è ancora anonimo. I compiti, in questa fase, non sono ancora stati associati ai nomi degli studenti. Solo quando verranno collegati ai singoli candidati sarà possibile verificare a chi appartengono i moduli finiti in rete. A quel punto, stando a quanto si apprende, si procederà con l’annullamento delle singole prove. Per condurre la ricognizione, il ministero ha utilizzato un sistema automatizzato in grado di scandagliare enormi quantità di contenuti online. Un crawler capace di passare al setaccio milioni di pagine in poche ore alla ricerca di immagini, post e conversazioni riconducibili ai test.

I post social dove gli studenti ammettono di aver copiato

Ma la parte forse più delicata dell’indagine riguarda un altro filone. Durante la stessa attività di monitoraggio, il ministero avrebbe intercettato diversi contenuti social dove gli stessi candidati dichiaravano apertamente di aver copiato durante l’esame. Nei giorni scorsi anche Open aveva raccolto una serie di audio circolati nei gruppi WhatsApp universitari, in cui alcuni studenti ammettevano di aver copiato o di aver assistito ad altre irregolarità.

Tutto questo materiale fatto di post, audio e segnalazioni sarà ora trasmesso alla polizia postale, che dovrà identificarne gli autori e verificare se le ammissioni corrispondano a prove effettivamente sostenute. Un lavoro che potrebbe avere conseguenze concrete sui candidati coinvolti.

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