La nota del Vaticano sulla monogamia: «Il sesso non si riduce alla procreazione, ma rafforza l’unione e il piacere tra i coniugi»

«Dio stesso ha creato la sessualità, che è un regalo meraviglioso»: la frase è di Papa Francesco, ma compare anche nella nota pubblicata oggi dalla Santa Sede. Il documento, firmato dal prefetto del Dicastero per la dottrina della fede e approvato da Papa Leone XIV, vuole essere un «elogio alla monogamia», come richiamato già dal titolo Una caro (“una sola carne” in latino), ma anche una chiarificazione della posizione della Chiesa su alcune questioni riguardanti la sessualità e la vita di coppia. Infatti, «la monogamia – si legge – non è semplicemente l’opposto della poligamia. È molto di più, e il suo approfondimento permette di concepire il matrimonio in tutta la sua ricchezza e fecondità. La questione è intimamente legata al fine unitivo della sessualità, che non si riduce a garantire la procreazione, ma aiuta l’arricchimento e il rafforzamento dell’unione unica ed esclusiva e del sentimento di appartenenza reciproca».
La monogamia come «amicizia coniugale»
Nella nota la Santa Sede ha voluto rimarcare la sua posizione sull’esclusività della coppia e sulla vita sessuale che solo questo tipo di legame consente. La relazione fra i coniugi viene descritta come un’«amicizia», «carica di conoscenza reciproca, di apprezzamento dell’altro, di complicità, di intimità, di comprensione e pazienza, di ricerca del bene dell’altro, di gesti sensibili, nella misura in cui supera la sessualità, allo stesso tempo la abbraccia e le dà il suo significato più bello, più profondo, più unitivo e più fecondo». Questo, viene sottolineato, «non implica una svalutazione del piacere sessuale». Vissuto in questo modo, infatti, il sesso «non solo viene impreziosito, ma può anche essere potenziato». Viceversa, «se ci si ripiega su se stessi e sui propri bisogni immediati, e si usa l’altro come solo mezzo per il loro sfogo, il piacere lascia più insoddisfatti e il sentimento di vuoto e solitudine diventa più amaro».
L’invito a una sessualità che tenga in considerazione l’altro
Queste parole suonano in modo particolare considerando che oggi è la Giornata contro la violenza sulle donne e che alla Camera si discute sull’introduzione del reato di femminicidio come fattispecie giuridica a sé stante. Con questo sfondo culturale alle spalle, la Chiesa auspica che all’interno della coppia la sessualità non sia vissuta «come un semplice lasciarsi trasportare dagli impulsi, ma come l’azione della persona che sceglie di unirsi pienamente all’altro». «Il solo fatto di essere trattato come una persona – si aggiunge -, e di trattare l’altro allo stesso modo, può liberare il cuore da traumi, paure, angosce, ansie, sentimenti di solitudine, abbandono, incapacità di amare, che certamente feriscono il piacere».
