Adriano Panatta, la reazione dopo la morte dell’amico rivale Pietrangeli. La rabbia nell’ultima telefonata e la lite per «tradimento»

«Nicola era il mio amico, anche se ci beccavamo ogni tanto, ma era un gioco che facevamo». Con queste parole, pronunciate a Storie Italiane su Rai1, Adriano Panatta ha scelto di ricordare Nicola Pietrangeli nel giorno della sua scomparsa. Parole che richiamano un legame forte, ma segnato da punzecchiature. Panatta ha parlato di un «personaggio straordinario», «al di là di essere un campione assoluto che ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere nel periodo in cui giocava». Percorso iniziato quando Adriano era appena nato e Pietrangeli era già una promessa dei campi del Parioli. Tra i due si creò poi un rapporto che con il tempo ha assunto forme diverse.
Il rapporto tra Panatta e Pietrangeli
«Abbiamo anche giocato insieme, ci siamo divertiti, abbiamo fatto le vacanze insieme. Io e Nicola eravamo molto amici», ha ricordato Panatta. Negli ultimi mesi, però, Pietrangeli aveva perso il figlio Giorgino. «La cosa che mi faceva più male in questo ultimo periodo era che non volevo che soffrisse: lui ha avuto un colpo tremendo quando è morto Giorgino. L’ultima volta che l’ho chiamato, pochi giorni fa, gli ho detto “alzati dal letto, accidenti a te”. Lui mi diceva che non voleva. Però ha fatto una vita bellissima», ha spiegato Panatta. Il rapporto tra i due non è mai stato lineare, Pietrangeli alternava complimenti e critiche.
Quando Pietrangeli definì Panatta un «traditore»
Pietrangeli arrivò a definire Panatta un «traditore» per le tensioni legate alla Davis del 1978: «Per me era il fratello piccolo che non avevo mai avuto, per questo nel 1978 ho sofferto tanto per il suo tradimento… La squadra di Davis mi convocò in hotel, era un plotone d’esecuzione. Avevamo vinto la Coppa nel 1976, poi ci fu quel processo staliniano. C’erano tutti, il presidente federale Galgani, Belardinelli, Panatta, Bertolucci, Barazzutti, Zugarelli. Appena Bertolucci mi disse che non c’era più il sentimento di prima io mandai tutti a f*****o”.», aveva spiegato in un’intervista. Da lì in poi, le schermaglie divennero parte integrante della loro storia pubblica. Pietrangeli lo paragonò anche a Berrettini criticando le «gambette» di Panatta. «Nicola svilisce tutto e tutti, lo fa da una vita. Io ho le gambette? Va bene. Quando diventi molto anziano perdi la memoria… Con simpatia e senza giri di parole gli dico che ha rotto i co*****i», aveva replicato Panatta.
