Clizia Incorvaia a processo dal 17 dicembre, le accuse dell’ex Francesco Sarcina per le foto della figlia sui social: cosa contesta il musicista

Il processo a carico di Clizia Incorvaia per aver pubblicato sui social foto della figlia minorenne senza il consenso del padre, Francesco Sarcina (frontman delle Vibrazioni), prenderà il via il 17 dicembre. La denuncia era stata presentata dallo stesso musicista. La procura di Roma ha avviato un’indagine che, dopo circa un anno di accertamenti, ha portato alla citazione a giudizio diretta. «I fatti per noi sono chiari. Il mio assistito rivendica il suo ruolo genitoriale. Lui non vuole che l’immagine della figlia venga esposta sui social in maniera incontrollata, la legge prevede il consenso dei genitori per pubblicare le immagini», ha dichiarato all’Adnkronos l’avvocata del cantante, Maria Paola Marro.
Gli spot sui social e i messaggi con l’ex: cosa contesta Sarcina
Nella denuncia, Sarcina accusa la moglie di aver pubblicato ripetutamente foto della figlia Nina, 9 anni, per promuovere marchi commerciali, in violazione degli accordi stabiliti al momento della separazione. Il cantante ha contestato almeno cinque contenuti social legati a brand di abbigliamento e calzature per bambini. A supporto della denuncia, sono stati allegati anche alcuni scambi di messaggi tra i due genitori, in cui Sarcina chiedeva all’ex di interrompere la pubblicazione di contenuti pubblicitari con la figlia. La risposta di Incorvaia era: «Io la campo grazie ai brand di moda e pago la scuola, vestiti, etc». Questo messaggio potrebbe dimostrare la consapevolezza dell’utilizzo dell’immagine della bambina a fini economici.
Sarcina «rivendica il diritto di fare il genitore»
La difesa del musicista si dice «soddisfatta» «perché la procura ha ritenuto fondate le denunce di un padre preoccupato per l’esposizione social della figlia e di come tale esposizione possa esporla a pericoli connessi alle insidie degli utenti del web». L’avvocata ha poi aggiunto: «Il mio cliente rivendica il diritto di esercitare il proprio ruolo genitoriale e di porsi a difesa dell’eventuale sfruttamento anche economico dell’immagine della figlia che, come quello di ogni altro minore, necessita di un controllo e tutela da parte delle autorità giudiziarie preposte e non può essere ad appannaggio di un solo genitore e a proprio vantaggio».
