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Strage di Castel d’Azzano, Maria Luisa Ramponi lascia l’ospedale e va in carcere: come sta e quando sarà interrogata

02 Dicembre 2025 - 13:49 Alba Romano
Maria Luisa Ramponi
Maria Luisa Ramponi
La donna è accusata di aver innescato l'esplosione insieme ai fratelli Dino e Franco

Dopo circa sei settimane di degenza all’ospedale di Borgo Trento, a Verona, Maria Luisa Ramponi è stata trasferita in carcere, alla Casa Circondariale di Montorio. La donna è indagata insieme ai fratelli Dino e Franco per aver innescato l’esplosione nel loro casolare di Castel d’Azzano, che lo scorso 14 ottobre ha causato la morte dei carabinieri Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello e il ferimento di altre 26 persone.

L’esplosione e la corsa in ospedale

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nel momento in cui avrebbe azionato l’accendino che ha scatenato l’esplosione, Ramponi si trovava dietro due bombole di gas. Furono gli stessi militari, che poco prima le avevano intimato di lasciar cadere l’accendino, a immobilizzarla a terra subito dopo la deflagrazione e prestarle i primi soccorsi. Riportò ustioni molto gravi e rimase in terapia intensiva per circa quindici giorni, per poi essere trasferita nel reparto grandi ustionati, dove inizialmente appariva ancora confusa.

L’interrogatorio di garanzia

Nelle ultime settimane il suo quadro clinico è migliorato e nei prossimi giorni la donna dovrà affrontare l’interrogatorio di garanzia davanti alla giudice Carola Musio, che si svolgerà direttamente in carcere. «Sembra più lucida e in grado di sostenere dei ragionamenti. L’ho vista ancora provata fisicamente e credo che continuerà a ricevere delle cure alla Casa Circondariale», ha riferito l’avvocato difensore, Alessandro Ballottin. La pm incaricata di coordinare le indagini ha disposto ulteriori approfondimenti tecnici. In settimana verrà affidato un incarico a Danilo Coppe, specialista in esplosivi, per ricostruire nei dettagli la dinamica della tragedia. Oltre all’accusa di strage, i fratelli Ramponi sono indagati anche per detenzione di materiali esplosivi e resistenza a pubblico ufficiale.

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