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Fu accusato di violenza sessuale dalle pazienti: assolto Silvio Viale, medico e consigliere comunale a Torino

02 Dicembre 2025 - 10:30 Alba Romano
silvio viale accuse molestie
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Il gup ha stabilito che il fatto non costituisce reato. La procura aveva chiesto un anno e quattro mesi

Il ginecologo Silvio Viale, consigliere comunale a Torino per Più Europa, è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale. Era stato processato dopo una serie di denunce collegate alla sua attività professionale. I capi d’accusa erano quattro e riguardavano presunti comportamenti inopportuni e molesti su giovani pazienti. Il gup ha stabilito che «il fatto non costituisce reato». La procura aveva chiesto una condanna a un anno e quattro mesi. Viale, difeso dall’avvocato Cosimo Palumbo, ha sempre respinto le accuse.

Le denunce da sei donne per quattro capi di imputazione

L’inchiesta è partita nel dicembre 2023 in seguito alla denuncia di una paziente. Nel tempo il fascicolo si è arricchito di nuove querele, fino a coinvolgere complessivamente sei donne. Per sei episodi la procura ha chiesto l’archiviazione e ieri è stata discussa l’opposizione presentata dai legali delle vittime, con il giudice che si è riservato. Altre quattro denunce sono diventate il canovaccio del capo d’imputazione, in cui si parlava di «palpeggiamenti», apprezzamenti inopportuni, commenti poco professionali e lesivi della dignità delle donne, oltre ad atteggiamenti lascivi e carezze che esulerebbero dal contesto medico.

Un episodio del 2018 all’ospedale Sant’Anna

Un episodio risaliva al 2018 e sarebbe avvenuto nell’ospedale Sant’Anna: per questo i pm avevano chiesto l’assoluzione già in partenza. Mentre per le altre tre vittime era stata chiesta una condanna a un anno e quattro mesi. Il processo si è concluso con l’assoluzione piena del ginecologo, sancita dal giudice dell’udienza preliminare.

Viale: «Un’accusa alla categoria dei ginecologi»

«Sono contento, anche se amareggiato. Delle proprie suggestioni ognuno pensa quello che vuole. Io ero convinto di non aver fatto nulla», ha dichiarato Viale dopo la sentenza. E ha aggiunto: «Questa era un’imputazione nei confronti del ginecologo, della categoria e della visita ginecologica: la condanna sarebbe stata un grave precedente». Il consigliere comunale si è commosso parlando della moglie e della figlia: «Mi sono sempre state vicino senza batter ciglio. In passato mi attendevo altre condanne, non questa volta perché sapevo di non aver fatto nulla».

Il sostegno della famiglia

Viale ha voluto sottolineare il ruolo fondamentale della sua famiglia durante tutto il processo: «Mi sono sempre state vicino senza batter ciglio», ha ripetuto riferendosi alla moglie e alla figlia. Una vicinanza che, secondo le sue parole, non è mai venuta meno nemmeno nei momenti più difficili dell’inchiesta. «In passato mi attendevo altre condanne, non questa volta perché sapevo di non aver fatto nulla», ha aggiunto, lasciando intendere che questa vicenda giudiziaria è stata vissuta con particolare peso emotivo.

Le avvocatesse di parte civile: «Persone offese coraggiose»

Le avvocatesse Benedetta Perego e Ilaria Sala, che hanno rappresentato le parti civili, hanno dichiarato: «Rispettiamo la decisione pronunciata oggi e ci riserviamo di attenderne le motivazioni. Ci teniamo a sottolineare il coraggio delle persone offese per essersi rivolte all’autorità giudiziaria e per essersi alla stessa sempre affidate, rifiutando qualsiasi processo mediatico». Pur non potendo essere soddisfatte del risultato, hanno espresso la speranza che «questa sentenza possa quantomeno contribuire a definire che cosa possa o non possa essere subito da una donna, anche in occasione di una visita medica». E hanno concluso: «È un percorso a piccoli passi quello da intraprendere per cambiare una cultura che ancora oggi fatica a riconoscere l’inviolabilità del corpo delle donne».

Foto copertina: ANSA/Alessandro Di Marco | Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino

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