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Raid israeliani a Khan Yunis: «Cinque morti: due erano bambini». Netanyahu: «Hamas continua a violare la tregua»

03 Dicembre 2025 - 22:04 Alba Romano
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L'esercito israeliano ha confermato l'attacco. L'obiettivo sarebbe stato un comandante di Hamas nella zona meridionale della Striscia di Gaza. La risposta agli scontri al tunnel di Rafah

L’aeronautica israeliana ha effettuato almeno quattro raid nella zona occidentale di Khan Yunis, compreso uno nell’area di Muwasi, secondo quanto riportato dai media palestinesi citati da Haaretz. Nella parte orientale della Striscia, mezzi corazzati e unità delle Forze di difesa israeliane hanno inoltre aperto il fuoco. Fonti locali riferiscono che un drone avrebbe colpito una tenda utilizzata come rifugio dagli sfollati nei pressi dell’ospedale kuwaitiano, mentre altri quattro missili avrebbero centrato direttamente altre tende occupate dai profughi. Gli attacchi avrebbero causato cinque vittime, tra cui due bambini. In serata, mercoledì 3 dicembre, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che «Hamas continua a violare l’accordo di cessate il fuoco e a compiere atti di terrorismo contro le forze israeliane», aggiungendo che «Israele non tollererà attacchi contro i soldati dell’Idf e risponderà di conseguenza».

La conferma dell’Idf

L’Idf ha confermato di aver colpito stasera un comandante di Hamas nella Striscia di Gaza meridionale in risposta agli scontri tra militanti usciti da un tunnel a Rafah e truppe delle Idf, uno dei quali è rimasto gravemente ferito. Lo riportano i media israeliani.

I primi colloqui tra Israele e Libano

Un’altra crepa nella fragilissima tregua di Gaza, mentre si tentano avvicinamenti, sebbene a piccoli passi, con il Libano. Ci sono stati, infatti, i primi colloqui diretti tra Tel Aviv e Beirut da 40 anni. E sebbene incomba ancora sul Paese dei Cedri la minaccia di un nuovo intervento delle forze israeliane se l’esercito libanese non disarmerà Hezbollah entro la fine dell’anno, l’incontro avvenuto nella base dell’Unifil di Naqura è stato definito «un passo importante» dagli Stati Uniti, che premono affinché il cessate il fuoco raggiunto un anno fa non ceda all’escalation delle ultime settimane.

La grazia

Durante un evento organizzato dal New York Times, Netanyahu ha affrontato temi diversi, tra cui la richiesta di grazia presentata al presidente israeliano Isaac Herzog e le tensioni con il neoeletto sindaco di New York, Zohran Mamdani. «Ho chiesto la grazia – ora la decisione spetta al presidente», ha dichiarato il premier israeliano, definendo le accuse di corruzione nei suoi confronti come «una caccia alle streghe che va avanti da dieci anni».

Netanyahu sfida le minacce di Mamdani: «Verrò a New York»

Rivolgendosi poi a Mamdani, il premier non ha escluso una visita a New York: «Verrò», ha affermato, nonostante le minacce di arresto mosse dal sindaco in ottemperanza al mandato della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità. «Gli chiederò se riconosce il diritto di Israele a esistere, se lo farà, sarebbe un buon inizio per una conversazione», ha concluso Netanyahu.

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