Riforma Edilizia, arriva la sanatoria per gli abusi «storici». Cosa si fa in caso di richiesta e quando scatta il silenzio-assenso

La legge delega di riforma del Testo Unico dell’edilizia (il dpr 380/2001) in arrivo sul tavolo del Consiglio dei ministri del 4 dicembre presenta alcune novità. A partire dalle sanatorie, su cui Stato e Regioni hanno “competenza concorrente”. Secondo quanto riporta il Corriere diventeranno perentori i termini entro cui le amministrazioni coinvolte devono fornire il loro ok, altrimenti scatterà il silenzio-assenso. In soldoni, se alla richiesta di sanatoria non risponderà nessuno questa si intenderà approvata.
Nei casi più complessi, dove devono dare il loro parere più enti, per esempio su immobili sotto tutela storico artistica ci sarà un “commissario ad acta”, che potrà sostituirsi in tutto alle amministrazioni lente nelle approvazioni. Sarà inoltre più semplice sanare gli immobili realizzati anche prima del 1° settembre 1967.
Cambia la classificazione dell’opera
Con la riforma cambieranno anche le classificazioni delle opere: gli interventi non saranno più distinti in manutenzione straordinaria, restauro o ristrutturazione edilizia ma verranno classificati su natura, rilevanza e impatto sul territorio. Per ogni intervento ci sarà una tipologia autorizzativa (Cila, Scia o permesso di costruire). La delega al governo per la definizione del Codice, riporta il Corriere, è prevista della durata di 12 mesi, il testo si dovrà coordinare con quello delle norme del disegno di legge sulla rigenerazione urbana al vaglio del Parlamento.
