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Federica Mogherini si dimette dal Collegio d’Europa: «Agito sempre con rigore e correttezza»

04 Dicembre 2025 - 13:41 Diego Messini
Federica Mogherini
Federica Mogherini
L'ex Alta rappresentante Ue lascia la guida della scuola coinvolta nei presunti appalti fraudolenti. Ieri il passo indietro di Sannino

Federica Mogherini si è dimessa da rettore del Collegio d’Europa. Lo ha comunicato la stessa Mogherini in un’e-mail inviata allo staff e agli studenti della prestigiosa scuola di Bruges. «In linea con il massimo rigore e correttezza con cui ho sempre svolto i miei compiti, oggi ho deciso di dimettermi dalla carica di Rettore del Collegio d’Europa e Direttore dell’Accademia diplomatica dell’Unione europea», ha scritto l’ex ministra degli Esteri del governo Renzi. «Sono certa che la comunità del Collegio nei nostri tre campus continuerà il percorso di innovazione ed eccellenza che abbiamo tracciato insieme in questi ultimi cinque meravigliosi anni. Sono orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato insieme e sono profondamente grata per la fiducia, la stima e il sostegno che gli studenti, i docenti, il personale e gli ex allievi del Collegio e dell’Accademia mi hanno dimostrato e continuano a dimostrarmi. È stato un onore e un piacere per me servire la comunità del Collegio e la sua missione, insieme a tutti voi», ha concluso il commosso messaggio Mogherini.

Le indagini e le conseguenze a Bruxelles

L’ex Alta rappresentante Ue per la politica estera (2014-2019) è indagata dalla procura europea (Eppo) per presunta frode, corruzione e uso improprio di fondi europei. Nel mirino dei magistrati che martedì hanno disposto fermi, perquisizioni e interrogatori ci sono una serie di appalti Ue che il Collegio d’Europa sino a oggi guidato da Mogherini si sarebbe aggiudicato tramite procedure fraudolente, anche accedendo anticipatamente a informazioni preziose. Con l’ex ministra sono indagati anche Stefano Sannino, già segretario generale del Servizio d’azione esterna Ue che ieri ha annunciato a sua volta le dimissioni da direttore generale della Commissione per il Medio Oriente, e Cesare Zegretti, manager del Collegio d’Europa. Tre italiani impegnati ai massimi livelli nella politica e nelle istituzioni Ue finiti ancora una volta nel mirino degli inquirenti e della polizia belga. Anche se nei casi precedenti – il Qatargate prima, il caso Huawei poi – il grande rumore iniziale delle inchieste ha lasciato spazio a scarsi risultati e anche ad ammissioni di clamorosi errori investigativi.

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