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«Prometteva lavoro a sudafricani, ma li arruolava per Putin», le accuse contro la figlia dell’ex presidente del Sudafrica Jacob Zuma

05 Dicembre 2025 - 11:26 Ugo Milano
ucraina vladimir putin conquisat donald trump
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La figlia maggiore dell’ex capo di Stato ha accusato la sorellastra Duduzile Zuma-Sambudla di aver raggirato 17 uomini

I legami familiari dell’ex presidente sudafricano Jacob Zuma sono finiti al centro di un caso internazionale. La figlia maggiore dell’ex capo di Stato ha accusato la sorellastra Duduzile Zuma-Sambudla di aver raggirato 17 uomini, di cui la metà sarebbero parenti, inducendoli a partire per la Russia con il pretesto di un lavoro, per poi ritrovarsi coinvolti nel conflitto in Ucraina. A rivelare il caso è la Cnn. La donna è una figura già nota per le sue posizioni politiche filorusse perché negli ultimi anni ha espresso pubblicamente ammirazione per il presidente russo Vladimir Putin attraverso i social. Intanto, la scorsa settimana ha rassegnato le dimissioni dal Parlamento sudafricano, dove sedeva tra le fila del partito Umkhonto we Sizwe, guidato proprio dal padre.

Le accuse

Le dimissioni sono arrivate proprio a seguito della denuncia presentata contro di lei dalla sorellastra maggiore, Nkosazana Zuma-Mncube. L’atto giudiziario è stato depositato dopo che il governo sudafricano ha avviato un’inchiesta su come quei 17 cittadini del Paese siano finiti nella regione del Donbass. Il mese scorso le autorità avevano reso noto che gli uomini erano stati «indotti ad arruolarsi nelle forze mercenarie coinvolte nella guerra con il pretesto di contratti di lavoro redditizi». Secondo l’accusa, infatti, i 17 sudafricani sarebbero partiti convinti di svolgere attività lavorative ben retribuite, per poi ritrovarsi coinvolti in operazioni militari.

La replica della donna

Dal canto suo, però, Duduzile Zuma-Sambudla respinge le accuse. In una dichiarazione alla polizia e citata dal quotidiano Daily News, ha sostenuto di non aver mai avuto l’intenzione di reclutare sudafricani come mercenari. La donna ha riferito che sarebbe stata a sua volta ingannata da una persona, che l’avrebbe contattata su WhatsApp presentandosi come cittadino sudafricano residente in Russia, con presunti legami con un «legittimo programma di addestramento paramilitare» che, secondo quanto assicurato, non avrebbe incluso combattimenti attivi.

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