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Referendum giustizia, il caso del membro laico del Csm al vertice di FdI. Bignami non smentisce ma attacca: «Perché non si parla degli incontri tra Pd e toghe dell’Anm?»

05 Dicembre 2025 - 18:51 Sofia Spagnoli
galeazzo bignami giustizia
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Polemica sull'incontro nella sede di FdI tra esponenti di partito, inclusa Arianna Meloni, e l'esponente di palazzo dei Marescialli. Le critiche dell'opposizione, la risposta del capogruppo a Open

Lo si è ipotizzato fin dal primo momento che la campagna per il referendum sulla giustizia, che si terrà in primavera, sarebbe inevitabilmente diventata terreno fertile per lo scontro politico. Centrodestra per il “No” contro centrosinistra per il “Sì”. Ma nelle ultime settimane il dialogo interno tra le parti sembra essersi “allargato”, coinvolgendo figure che, per la delicatezza delle loro funzioni, di norma non partecipano a questo tipo di confronto. Così, proprio oggi, il Fatto Quotidiano ha segnalato la presenza di Isabella Bertolini, membro laico del Consiglio superiore della magistratura (Csm), al vertice sulla campagna referendaria che si è tenuto nella sede di Fratelli d’Italia.

All’incontro erano presenti, scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio (ma non ci sono state smentite) esponenti ai vertici dei partiti di centrodestra e parlamentari con competenze in materia giuridica. Tra loro, Arianna Meloni, il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli, il capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami. Oltre al sottosegretario Alfredo Mantovano, ed Enrico Costa, e Pierantonio Zanettin, parlamentari di Forza Italia, Simonetta Matone, della Lega e il responsabile Giustizia di Noi Moderati, Gaetano Scalise.

Bonelli: «Una storia che fa il paio al caso Ghiglia»

Una situazione che ha inevitabilmente richiamato l’incontro che ha creato un terremoto politico appena un mese fa, quando il membro del Garante della privacy, Agostino Ghiglia ha incontrato Arianna Meloni nella sede di Fratelli d’Italia alla vigilia della decisione dell’authority di punire Report con una maxi multa da 150mila euro. «Questa storia fa il paio con il caso Ghiglia», ha commentato il leader di Avs Angelo Bonelli per cui «la maggioranza utilizza organismi indipendenti dello Stato come organismi politici».

Bignami: «Perchè nessuno parla delle riunioni tra Pd e Anm?»

Ma il deputato e capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, parlando con Open, contrattacca: «Mi pare più grave che dei magistrati partecipino a riunioni riservate del Pd contro una riforma del legislatore. Credo si chiami separazione dei poteri». E aggiunge: «Perché non si commentano le riunioni riservate dell’Anm con le sinistre?». Il riferimento è alle audizioni informali organizzate dal Pd a inizio settembre, alle quali erano stati invitati rappresentanti del mondo della giustizia, dell’associazionismo e delle parti sociali per discutere e preparare la campagna sul referendum. A quell’appuntamento aveva preso parte anche Cesare Parodi, presidente dell’Anm, che aveva raccolto l’invito dei dem.

Chi è Isabella Bertolini?

Il nodo è tutto politico. Per capirlo, però, bisogna inquadrare il ruolo di Bertolini e la sua biografia. Eletta nel 2023 come membro laico del Consiglio superiore della magistratura, Bertolini appartiene a quella categoria di componenti del Csm scelti dal Parlamento tra professori universitari di materie giuridiche o avvocati con almeno quindici anni di attività, i cosiddetti “laici”. E infatti Bertolini è avvocata, ma con un lungo passato politico: è stata deputata per dodici anni con Forza Italia e il Popolo della Libertà. Nel 2019 ha lasciato Forza Italia e si è candidata con la Lega alle regionali in Emilia-Romagna del 2020, nella circoscrizione di Modena, non riuscendo ad essere eletta in Consiglio regionale.

Grosso: «Un campanello d’allarme»

Durante il vertice sarebbero state definite le strategie per costruire la campagna elettorale del “sì”: aspetti strettamente politici, come la scelta dei toni, delle modalità di comunicazione e, probabilmente, degli slogan. Per questo la presenza di un membro laico del Csm è apparsa «strana». Per Enrico Grosso, presidente del comitato per il “no”, si tratta di «un campanello d’allarme» e di «un fatto oggettivamente inopportuno». Oggi, spiega, «grazie alla Costituzione, questo non altera l’equilibrio tra i poteri dello Stato, perché i membri togati del Csm sono eletti dai magistrati e rappresentano un contrappeso autorevole e forte al potere politico». Con la legge Nordio, però, «succederebbe l’esatto contrario: i laici scelti dalla maggioranza parlamentare diventerebbero ancora più influenti, mentre i magistrati, selezionati per sorteggio, sarebbero più deboli e privi di legittimazione interna. Il risultato sarebbe un Csm inevitabilmente più esposto alla maggioranza di governo».

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