Aviaria, primo caso umano al mondo del virus: morto un paziente negli Stati Uniti. Chi era la vittima

È stato registrato negli Stati Uniti il primo caso umano al mondo di influenza aviaria A(H5N5). Il paziente è un adulto con patologie pregresse residente a Washington ed è deceduto in ospedale dopo un rapido peggioramento clinico. A confermarlo è stata l’Organizzazione mondiale della sanità in una nota, che ha ricostruito le fasi dell’infezione e della diagnosi, specificando che si tratta del primo episodio globale attribuibile a questo ceppo virale.
Un allevatore di polli e uccelli: chi era la vittima
Secondo quanto riferito dall’Oms, l’uomo allevava pollame da cortile e uccelli domestici, possibile fonte del contagio. I primi sintomi, tra cui la febbre, sono comparsi a fine ottobre, mentre il ricovero per una forma grave della malattia è avvenuto nella prima settimana di novembre. Il decesso è sopraggiunto il 21 novembre. Le analisi di laboratorio hanno inizialmente identificato un’infezione da influenza A, poi confermata come H5 e infine come A(H5N5) tramite il sequenziamento effettuato dall’università di Washington e dai Centers for Disease Control and Prevention.
Quale è il livello di rischio per gli umani
«Il tracciamento dei contatti non ha identificato ulteriori casi» e «attualmente non vi sono prove di trasmissione da uomo a uomo», ha precisato l’Oms. Le autorità sanitarie statunitensi proseguono con le indagini epidemiologiche e con il monitoraggio delle persone che sono entrate in stretto contatto con il paziente. L’Oms ribadisce «l’importanza della sorveglianza globale» e della condivisione tempestiva dei dati sui nuovi ceppi influenzali. Alla luce delle informazioni disponibili, il rischio per la popolazione generale viene al momento valutato come «basso», mentre sale a un livello «basso o moderato» per chi è esposto professionalmente.
