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SALUTE

Cosa è la “super-intramoenia”, che permette a chi ha una mutua o un fondo sanitario integrato le stesse prestazioni del sistema sanitario nazionale

07 Dicembre 2025 - 09:03 Alba Romano
super-intramoenia
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Il sistema è già stato adottato a macchia di leopardo in varie regioni italiane. E rischia di allungare le liste d'attesa della sanità pubblica a discapito di chi un'assicurazione privata non se la può permettere

La chiamano “super-intramoenia”, spiega oggi La Stampa, in un pezzo a cura di Paolo Russo e sarebbero quelle prestazioni prenotate tramite mutue, fondi sanitari integrativi e assicurazioni. Prestazioni che aumenteranno nella loro disponibilità verso 15 milioni di italiani, a discapito di chi, senza un paracadute integrativo (magari ottenuto tramite il posto di lavoro) si rivolge al sistema sanitario nazionale pubblico. La Regione Lombardia, spiega il quotidiano torinese, è apripista di questa sorta di collaborazione tra sanità pubblica e integrativa che permette l’erogazione di prestazioni ai loro iscritti in regime di “intramoenia”. «Ma nessuno si illuda: come sempre accade quando la novità arriva da una regione di peso, altre finiranno per seguire l’esempio, pressate dai privati che gestiscono il business della sanità integrativa, che non esiteranno a chiamare a raccolta i propri assistiti per esigere un eguale trattamento», avverte al quotidiano Vittorio Agnoletto di Medicina Democratica e docente di Politica della salute alla Statale di Milano.

Le regioni disomogenee e il rischio di allungare le liste d’attesa

E poi c’è un grande nodo, quello della disomogeneità fra regioni. Questo tipo di prestazioni sono previste dalla normativa nazionale, ma sono attivate in modo irregolare in altre regioni, creando disuguaglianze. Non solo, chi non può permettersi di aderire a fondi o assicurazioni potrebbe vedere ulteriormente allungarsi le liste d’attesa, perché parte del tempo dei medici e delle risorse ospedaliere verrebbe assorbita dall’attività libero-professionale, che è più remunerativa. Convenzioni con mutue a affini, riporta La Stampa, le hanno stipulate i grandi ospedali del Lazio, senza anticipi da parte dei mutuati, e la stessa strada ha intrapreso l’ospedale di Santa Croce e Caorle di Cuneo. Così come gli Irccs, i prestigiosi Istituti di ricovero e cura, con il San Matteo di Pavia e il Sant’Andrea di Roma che prevedono convenzioni con le varie forme di sanità integrativa.

Cosa succede con la super intramoenia

Tramite gli accordi tra le aziende sanitarie pubbliche e i privati della sanità integrativa sono questi ultimi ad acquistare le prestazioni a un prezzo più favorevole di quello pagato dal singolo assistito (iscritto al fondo assicurativo), che non anticipa somme e ha la prestazione senza dover pagare differenze. Saranno poi la Asl o l’ospedale, spiega l’ospedale, a remunerare i professionisti per la prestazione resa trattenendo una quota che varia solitamente dal 5 al 15%.

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