Fini rimette piede ad Atreju dopo 17 anni, la frase che strappa gli applausi: «Fu un errore sciogliere AN». La lite con Berlusconi e i meriti di Meloni

La sala centrale è strapiena. Nei corridoi laterali oltre 500 persone si accalcano e qualcuno sgomita per ritagliarsi un piccolo spazio in piedi. C’era un grande fremito per assistere al ritorno di Gianfranco Fini sul palco di Atreju. L’ex leader di Alleanza Nazionale era presente oggi, 8 dicembre, alla kermesse di Fratelli d’Italia per partecipare a un confronto che ha ripercorso una pagina storica della politica romana: la sfida per il Campidoglio del 1993 tra Fini e Francesco Rutelli, anche lui presente.
Ma il sottotesto è un altro: l’evento segna la fine della damnatio memoriae di Fini dopo la rottura con il suo popolo politico. Lo sa anche Rutelli: «Io lo sapevo che sarei venuto per un tributo a un fondatore e che ripercorrere l’elezione del 93 è un pretesto per farlo tornare qua». E l’ex leader di An tira un respiro di sollievo: «Mi sento a casa, se me lo permettete».
«Un errore sciogliere Alleanza nazionale»
Fini non tornava sul palco della kermesse da 17 anni. L’ultima volta in cui fu citato, in contumacia, risale al 2010, quando, dopo la rottura con Silvio Berlusconi, il Cavaliere partecipò all’evento. E gli bastò nominare Fini per scatenare una bordata di fischi da parte dei ragazzi della Giovane Italia. Quei tempi sembrano lontanissimi. Fini è pronto ad ammettere i suoi «errori». «Sono una persona onesta nel riconoscere gli errori e l’errore è stato chiedere e ottenere lo scioglimento di Alleanza Nazionale, un movimento basato su un senso comunitario», scandisce, coperto dagli applausi della platea.
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«Ho votato e rivoterò Giorgia Meloni»
«Ma il merito che ha avuto Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni – aggiunge – è ricostruire questa comunità, perché se si rimane al di fuori del proprio perimetro si rischia di essere in qualche modo apolidi. Poi è chiaro che sono passati tanti anni, è tutto cambiato, è tutto diverso e quindi mi riconosco, l’ho votata, la voterò. Non condivido al 100%, come è naturale da uomini liberi».
La frattura con Berlusconi
Un passaggio anche sulla frattura con Silvio Berlusconi nel 2010 sancita da quel «che fai, mi cacci?» che Fini pronunciò durante il Consiglio nazionale del Popolo della Libertà. «Mi sono pentito di aver posto le condizioni che mi hanno portato a ritrovarmi incompatibile col Pdl. Le condizioni che avevo creato portarono allo scioglimento di An nel Pdl. Ma non era più possibile continuare ad assecondare in modo quasi obbligato. Non mi sono mai fatto comandare da nessuno».
Le critiche al centrosinistra
Critiche al centrosinistra attuale sono arrivate da entrambi gli ospiti. «Si riconosce nel centrosinistra di oggi?» «Mi faccia la domanda successiva», è la risposta di Rutelli che invece ammette «di rispettare Meloni» che «si trova a dover gestire un momento di cambiamento geopolitico e strategico, pensiamo a Europa, Stati Uniti, Ucraina, Russia, Medioriente».
«Certe parole generano frutti avvelenati»
Fini è arrivato con largo anticipo ad Atreju. Ha fatto un giro nei vialetti del villaggio, interrotto dopo pochi minuti a causa della calca di giornalisti radunati attorno all’ex presidente della Camera, che non ha voluto rispondere a nessuna domanda. Donzelli ha fatto in tempo a mostrargli il «Bullometro», il pannello con i voti sul «livore» delle «parole d’odio della sinistra». Sul Bullometro torna durante il confronto con Rutelli: «Ci sono alcune dichiarazioni contro Giorgia Meloni e questa comunità, che chi le ha fatte dovrebbe vergognarsi, perché non c’entra l’avversione netta nei confronti della destra, che è più che legittima, ma quando si scende a un livello che è più da rissa da cortile che da dibattito politico, poi non ci si può meravigliare se certi cattivi maestri, certe parole in libertà generano dei frutti avvelenati».
