Trump grazia un deputato DEM, ma lo attacca per non aver ‘cambiato casacca’

Donald Trump aveva da poco concesso una sorprendente grazia a Henry Cuellar, deputato democratico del Texas, e a sua moglie Imelda, entrambi accusati di aver accettato 600mila dollari in tangenti da una compagnia petrolifera statale dell’Azerbaigian e da una banca messicana in cambio di favori politici. Il Presidente americano, pur non conoscendo personalmente il deputato, ha spiegato di essere intervenuto perché convinto che fosse vittima di una “operazione malvagia” orchestrata dall’amministrazione Biden e dai “Democratici della Sinistra Radicale”. Ma quando il texano ha annunciato di voler proseguire la sua carriera politica come democratico, Trump è passato dalla clemenza alla furia, attaccandolo duramente per non essere passato dalla sua parte.
Il lungo sfogo su Truth
«Oh beh, la prossima volta, basta con il Signor Bravo Ragazzo!», scrive infine Trump con tono minaccioso, lanciando un monito a chiunque in futuro riceverà un suo “gesto di clemenza”. Una reazione che smentisce la narrazione del gesto altruistico e trasforma la grazia presidenziale in uno strumento per ottenere un credito da riscuotere. Della serie “ti salvo da un processo per tangenti in cambio di favori politici, ma se non ottengo qualcosa mi arrabbio”.

Trump cita Dio e la mancanza di lealtà
«Dio era molto contento di me quel giorno!» scrive Trump nel suo post su Truth, il quale sembra descriversi come un uomo guidato dalla giustizia divina, per poi inveire contro il deputato texano. Per Henry Cuellar non c’è stato alcun cambio di casacca, nessun passaggio al Partito Repubblicano, così come non c’è stato da parte sua alcun endorsement a Trump, ma sicuramente ha evitato un processo atteso per l’anno prossimo. «Una tale mancanza di LEALTA’», accusa il Presidente americano, sostenendo che Cuellar abbia scelto di rimanere con quella che definisce la stessa “Feccia della Sinistra Radicale” che “voleva distruggerlo”.
