Manager sanitaria licenziata torna in ufficio ma viene trascinata via dalla polizia: «Da quando c’è lei manca pure il filo per suture»

Antonietta Perrone, dirigente sanitaria presso l’Usl 5 di Rovigo, è rientrata nel suo ufficio come se nulla fosse. Nei mesi passati uno scontro lancinante con la sua azienda l’aveva portata a subire la prima sanzione disciplinare e, tre giorni prima, a essere licenziata in tronco. Una decisione che lei non solo non aveva accettato, ma aveva apertamente contestato come illecita. Al suo ingresso nei suoi ormai ex spazi lavorativi, la donna era attesa da alcuni agenti della questura. Sono state le forze dell’ordine a prenderla in consegna e a scortarla all’esterno dell’edificio, nonostante le sue vivaci proteste.
Il ruolo di Perrone e le carenze in ospedale
È un conflitto tutto interno quello che ha portato alla necessità di attivare addirittura la polizia. Manager sanitaria nata in provincia di Caserta e residente a Treviso, Antonietta Perrone era arrivata all’Usl 5 nel gennaio 2024 in comando parziale dall’azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli. Messa a capo della Direzione del provveditorato, economato e gestione della logistica, secondo l’Usl aveva instaurato un sistema rigidissimo – troppo – nella gestione degli appalti. Questo, di conseguenza, aveva causato una vera e propria paralisi dell’ospedale, che era arrivato a essere sprovvisto persino di filo per sutura. Una situazione che aveva costretto il nosocomio a rinviare a data da destinarsi operazioni che da tempo erano programmate.
Le denunce per irregolarità della manager e il licenziamento
È diversa la versione della donna e dei suoi legali, secondo cui le accuse dell’Unità sanitaria locale sarebbero state formulate in coincidenza di una serie di denunce che Antonietta Perrone aveva fatto proprio contro l’azienda. Secondo la manager, infatti, ci sarebbero state «gravi irregolarità in alcuni appalti e contratti pubblici della Usl 5 Polesana», tanto che la donna era stata sentita sia dalla procura di Rovigo che dalla Guardia di finanza. Da giugno, per la prima volta nella sua carriera e nonostante abbia «sempre ricevuto valutazioni eccellenti per il suo operato», Perrone è stata destinataria di diversi procedimenti disciplinari.
La misura cautelare
L’ultimo dei quali – una «misura cautelare» della Usl – l’ha tenuta lontana dal lavoro dall’1 settembre al 30 novembre. L’azienda a inizio novembre si era poi vista respingere dal Comitato dei garanti regionale un accertamento di responsabilità dirigenziale, con allegata richiesta di risoluzione del rapporto di lavoro. Il 27 novembre, nonostante il parere negativo del Comitato, il direttore generale dell’azienda ha notificato a Perrone il licenziamento disciplinare senza preavviso.
