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La Scossa, il ministro Pichetto Fratin, il nucleare sostenibile e l’obiettivo decarbonizzazione: «Serve un futuro che tuteli la produzione industriale»

10 Dicembre 2025 - 12:14 Stefania Carboni
pichetto fratin
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Il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica all'evento "La scossa" di Open: «A chi ci ascolta spaventa avere 100 capannoni sparsi in Italia con un numero infinito di ospedali che producono materiale radioattivo o avere uno, due o tre punti dove il materiale è concentrato, sorvegliato, monitorato?»

«Il gol non è la legge delega, il dibattito, il gol è dare a questo paese un quadro certo» sulla produzione energetica». Queste le parole del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin all’evento La Scossa, realizzato da Open, in merito al disegno di legge delega sul nucleare sostenibile. In una lunga intervista con il direttore di Open, Franco Bechis, ha raccontato i primi passi su cui questo ddl è stato realizzato. A partire da un tavolo tecnico con realtà pubbliche, come Enea e docenti universitari. E aggiunge: «Sto preparando dei gruppi di lavoro per i decreti attuativi. Vado coi piedi di piombo perché se una cosa la si deve la si deve fare bene e richiede del tempo».

«Il mio compito è lasciare questo Paese nelle condizioni di poter decidere in futuro la sua politica energetica»

«L’energia da fonte nucleare – secondo il ministro – avrà un prezzo competitivo. Noi compriamo almeno 40 terawatt dalla Francia, prodotte da fonte nucleare. Per me è possibile che il costo, in futuro, sia inferiore. Ma il tema è un altro. Il dovere mio, da membro del governo, è mettere questo Paese, per chi mi succederà, nelle condizioni di poter decidere». Solo il dilemma dell’elettrificazione dell’industria e delle città, sempre più crescente, porteranno a un maggiore fabbisogno energetico. «È impensabile che questo paese possa raddoppiare la nostra produzione senza una fonte di energia continuativa, che non è alternativa, attenzione, ma integrativa».

L’addio al gas russo, il gas liquido Usa e i nuovi partner

«Abbiamo ribaltato la clessidra, il gas ora lo prendiamo da Algeria e Azerbaijan. Dalla Libia abbiamo una pipeline, che può dare oltre una dozzina di miliardi di metri cubi, oggi siamo sui due o tre miliardi. Ma chi mi assicura che non possano esserci incidenti su queste pipe line?». E precisa sulla questione delle vecchie centrali a carbone: «Io fino a quando sono ministro non do l’ordine di smantellamento delle centrali a carbone di Brindisi e Civitavecchia», ha dichiarato Pichetto Fratin. Si possono tenere a freddo, senza però smantellarle. «Perché qualsiasi incidente su una pipeline – spiega – rischia di metter l’Italia al buio». E il gas liquido americano che precisa il direttore Bechis «non è regalato». «Rispondo come risposi al mio collega americano. Se il prezzo conviene per noi può andare. Al momento è abbastanza competitivo», spiega Pichetto Fratin, nel corso dell’evento finanziato da Next Genertation EU, dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e da Unioncamere ed è realizzato con il sostegno di Edison e patrocinato dal comune di Roma.

«Ok all’obiettivo della decarbonizzazione, ma è un brand da collegare alla produzione nazionale»

Poi si è parlato di decarbonizzazione e obiettivi spesso concordati a livello europeo. «Stiamo ad ogni passo mettendo il puntino sulla i, ma la i ha già un puntino sopra, se ne metto due esce uno sgorbio. Noi dobbiamo ridurre lo 0,6 per cento italiano per dovere non solo verso la decarbonizzazione ma anche per la qualificazione del prodotto italiano. Quella della decabornizzazione è un brand da collegare alla produzione nazionale, deve esser un forte obiettivo. Ma non possiamo su questo arrivare a distruggere un sistema produttivo, per poi trovarci in aree a Sud del mediterraneo con un aumento invece del 2 per cento». E riguardo alla crisi dell’automotive ritiene che la spinta verso l’elettrico con un ban verso alcuni tipi di motori abbia inciso sulla produzione. Una decisione sulla programmazione di produzione futura che «neanche l’Unione sovietica». «Lì è stata una scelta dello strumento, e avevano anche d’accordo le case automobilistiche», spiega il ministro.

«Sull’energia nucleare l’informazione ancora non è sufficiente»

Il ministro sottolinea che sul tema del nucleare l’informazione non è sufficiente. Per esempio, sottolinea., sull’aspetto dei depositi. «A chi ci ascolta spaventa avere 100 capannoni sparsi in Italia con un numero infinito di ospedali che producono materiale radioattivo o avere uno, due o tre punti dove il materiale è concentrato, sorvegliato, monitorato?». «Abbiamo due tipi di materiale radioattivo, le scorie che verranno vetrificate tra qualche decennio con la Francia e che saranno combustibile per i reattori che stanno sperimentando e poi abbiamo l’acciaio e i vecchi mattoni dei reattori di vecchia generazione. Ma quello che tutti i giorni depositiamo in questi 100 capannoni, che viaggiano in giro per l’Italia, sono le lastre, i liquidi di scintigrafia. Quando qualcuno dice che non vuole il deposito nella sua regione, magari lo sta scrivendo dalla sala d’aspetto di un ospedale dopo aver accompagnato la zia a fare una radiografia», spiega.

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