Lukashenko libera 123 detenuti politici, lo scambio con Trump sulle sanzioni. Un premio Nobel e l’attivista anti-regime: chi sono i prigionieri scarcerati

La Bielorussia ha rilasciato 123 prigionieri politici dopo la grazia presidenziale firmata da Aleksandr Lukashenko. Tra i liberati spiccano nomi di primo piano dell’opposizione come Maria Kolesnikova, 43 anni, icona delle proteste del 2020 contro la rielezione del presidente, e Ales Bialiatski, 63 anni, fondatore dell’ong Viasna per la difesa dei diritti umani e Premio Nobel per la pace nel 2022. Kolesnikova, condannata nel 2021 a 11 anni per aver collaborato con la leader dell’opposizione in esilio Sviatlana Tsikhanouskaya, era stata arrestata nel settembre 2020 durante la violenta repressione post-elettorale. Aveva rifiutato l’esilio strappando il passaporto alla frontiera ucraina. Bialiatski, detenuto dal 2021 e condannato a dieci anni nel 2023 per finanziamento di attività contro l’ordine pubblico, ha trascorso complessivamente oltre quattro anni in carcere. Entrambi sono stati costretti a lasciare il Paese.
L’accordo con Trump e la revoca delle sanzioni sui fertilizzanti
L’ufficio presidenziale bielorusso ha collegato le scarcerazioni agli «accordi raggiunti con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump», specificando che l’operazione è avvenuta «su sua richiesta, in relazione alla revoca delle sanzioni contro i fertilizzanti introdotte dall’amministrazione del precedente presidente Biden». La nota ufficiale sottolinea anche che il gesto risponde «alle richieste di altri Capi di Stato e sulla base di principi umanitari», con l’obiettivo di «accelerare le dinamiche positive delle relazioni con i Paesi partner» e favorire la stabilizzazione europea. I negoziati sono stati condotti dall’inviato statunitense John Cole.
Gli altri oppositori liberati: Babariko e i membri di Viasna
Tra i rilasciati figura anche Viktor Babariko, 62 anni, ex banchiere ed ex candidato presidenziale alle elezioni del 2020, arrestato mesi prima del voto e condannato a 14 anni per frode e riciclaggio. A rendere nota la sua liberazione è stato il sito dell’opposizione Zerkalo. Dall’ong Viasna è uscito anche Uladzimir Labkovich, avvocato ed ex vice presidente della Federazione internazionale per i diritti umani, che come Bialiatski è stato trasferito in Lituania. Tre attivisti di Viasna restano però in carcere, secondo quanto riporta l’organizzazione.
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Trasferimento in Ucraina: 114 detenuti via Kiev
La maggior parte dei liberati, 114 persone su 123, è stata trasferita in Ucraina anziché direttamente nei Paesi baltici, come riferito dal centro di coordinamento dei prigionieri di guerra di Kiev. Tra questi anche Kolesnikova. «Dopo aver ricevuto le cure mediche necessarie e se lo desiderano, i cittadini bielorussi rilasciati saranno trasportati in Polonia e Lituania», ha precisato il centro ucraino. Un portavoce della leader in esilio Svetlana Tikhanovskaya ha spiegato a Vilnius che il trasferimento via Ucraina è stato deciso «inaspettatamente» da Lukashenko. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato la presenza di cinque cittadini ucraini tra i liberati, ringraziando gli «sforzi congiunti con gli Stati Uniti».
Oltre 1.200 prigionieri politici ancora detenuti
Nonostante la liberazione di massa, secondo Viasna rimangono in Bielorussia 1.224 detenuti politici. L’organizzazione ha sottolineato che la scarcerazione, pur rappresentando un segnale importante, lascia aperta la questione dei molti oppositori ancora in carcere. Zelensky ha incaricato i servizi di intelligence ucraini di «massimizzare gli sforzi sul fronte russo» affinché il rilascio dei prigionieri di guerra ucraini possa avvenire entro il nuovo anno.
