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Ottimi gli album di Gemitaiz e Marco Castello, che noia il disco di Paky. Bene anche i brani di Mecna, Tricarico e Legno. Le recensioni

14 Dicembre 2025 - 11:14 Gabriele Fazio

Gemitaiz – Elsewhere

Non ci aspettavamo da Gemitaiz niente di meno di ciò che ci propone con questo nuovo favoloso album. Elsewhere vuol dire “Altrove”, che poi è dove collochiamo Gemitaiz e questo disco rispetto la scena rap italiana: altrove. In un posto lontano dalle logiche del mercato, che lui tra l’altro ci tiene a smontare pezzo su pezzo. Altrove rispetto alla deriva pop del rap, che si fa sempre più uguale a se stesso, cosa che, naturalmente, poi lascia ampio spazio di manovra a fini pensatori come Gemitaiz, appunto.

Il disco è una bomba, il rapper romano appoggia le sue barre e questo suo graffio di voce su un tappeto rap molto suonato, più maturo, che rende il sound più rarefatto, molto raffinato. Poi squarcia questo velo con le sue rime affilate, creando un gioco sonoro agrodolce assolutamente magnifico. Gemitaiz cerca di recuperare la profondità delle sonorità old school, ma senza rinunciare all’efficacia del qui e ora, concettuale e musicale. Ogni singolo tassello del puzzle è sistemato nel punto giusto, anche i featuring (nel disco abbiamo Mathilde Fernandez, Salmo, Neffa, Ele A, Coez, MadMan, Venerus, Meg, Joshua e Danno) sono tutti funzionali ad un’idea più alta e non vengono utilizzati come moltiplicatori di stream.

Sembra che tutto, anche Gemitaiz, sia messo in riga dall’esigenza, bruciante, di produrre un disco estremamente musicale, tanto da finire nella cartella dei cantautori, ancor prima che in quella dei rapper duri e puri. Gemitaiz è certamente tra i migliori rapper del nostro paese, non solo perché bravo nella composizione di versi in rima, ma perché dietro ciò che fa c’è sempre un pensiero, un’esigenza artistica, la volontà di dire qualcosa e la capacità di dirla come pochi. Eccellente.