Garlasco, in aula c’è anche Alberto Stasi. Oggi l’incidente probatorio: cosa succede e cosa rischia Sempio

In un momento di possibile svolta per il caso di Garlasco, e forse anche per il suo futuro da detenuto, Alberto Stasi si è presentato a sorpresa nell’udienza di chiusura dell’incidente probatorio, iniziata alle 10 al tribunale di Pavia. Una scelta che, come ha spiegato il suo legale Alberto De Rensis, sarebbe venuta direttamente dall’allora fidanzato della vittima Chiara Poggi: «È interessato a seguire l’udienza e questo mi fa piacere». Non è chiaro se parlerà in aula: «L’udienza non è ancora iniziata, non lo sappiamo», si è limitato ad anticipare il difensore. Il condannato ha commentato brevemente: «Sono fiducioso, ma non voglio rilasciare altre dichiarazioni».
December 18, 2025
L’udienza di oggi: di cosa si discute
Inizia così, con un colpo di scena, un giorno che potrebbe diventare un vero e proprio giro di boa e iniziare a riscrivere la storia del massacro di Chiara Poggi, nella sua villetta il 13 agosto 2007, a 15 anni di distanza dalla condanna del suo allora fidanzato Alberto Stasi. Un’udienza di incontro – più che altro scontro – durante cui, di fronte alle conclusioni tratte dalla perita Denise Albani nella sua relazione, le parti provano a far prevalere la loro posizione. Consapevoli che tutto ciò che viene notato nell’ordinanza finale avrà valore di prova consolidata in un eventuale futuro processo. I legali dell’unico indagato, Andrea Sempio, puntano a stracciare la validità delle nuove analisi, quelli del condannato Stasi uniscono le loro forze con la procura per sottolineare un dato segnalato nella relazione: la compatibilità «da moderatamente forte a forte» del Dna trovato sulle dita della vittima con la linea paterna di Andrea Sempio.
La difesa di Sempio: «Contatto indiretto, e risultati non validi»
Si parte, appunto, dalle 94 pagine stese da Denise Albani. Da quelle tracce biologiche escluse in passato perché «inutilizzabili», poi rianalizzate dalla perita con un nuovo software che ha sottolineato l’elevata compatibilità tra il profilo genetico rinvenuto e quello della famiglia Sempio, e per logica dell’indagato 37enne. Un procedimento che, a sentire i legali di Sempio Liborio Cataliotti e Angela Taccia, non avrebbe senso di esistere dato che si tratta di analisi su tracce miste che non hanno dato risultati precisi e incontrovertibili. Nel caso in cui le conclusioni siano ammesse, gli avvocati hanno già giocato le loro carte depositato 120 pagine di controdeduzioni – a firma di Marina Baldi e Armando Palmegiani – in cui elencano una ventina di punti della casa dove Sempio avrebbe potuto depositare il suo Dna poi finito sulle dita della vittima. Un materiale genetico «da contatto indiretto», dunque, che deriverebbe da tutto meno che da un’aggressione.
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La famiglia Poggi e le critiche al software usato
In linea con la difesa di Sempio, anche i legali della famiglia Poggi puntano a escludere qualunque clamorosa riapertura del caso. Il perito di parte, Marzio Capra, in una breve relazione ha tentato di smontare i risultati raggiunti dalle analisi Denise Albani criticando la bontà del software utilizzato, che è ormai lo standard scientifico internazionale. E ha sostenuto che l’unico dato emerso veramente di interesse, perché inedito, sarebbe «la presenza di Dna di Alberto Stasi sulla cannuccia dell’Estathé trovato nella spazzatura». «È un enorme spettacolo mediatico in cui si gioca una partita in termini di comunicazione. Ben vengano gli approfondimenti: li abbiamo fatti e i risultati sono questi», ha detto all’entrata del tribunale l’avvocato Francesco Compagna, che rappresenta la famiglia Poggi insieme a Gianluigi Tizzoni. «Io sono convinto della colpevolezza di Stasi e il nostro ordinamento gli dà una strada, che è quella della revisione. Così si finisce per sconvolgere la vita di persone innocenti».
La certezza della procura: «È il Dna di Sempio»
La procura di Pavia e gli avvocati di Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, hanno dalla loro le conclusioni di Albani, che hanno di fatto confermato le analisi da loro ordinate negli anni scorsi e che hanno portato alla nuova indagine. Il loro obiettivo è escludere qualunque ragionamento sul Dna da contatto diretto o indiretto, che non era parte del quesito iniziale dell’incidente probatorio. La procura, stando a quanto anticipa Repubblica, potrebbe portare una comunicazione inedita dell’11 settembre 2014 in cui il professor Francesco De Stefano, l’esperto che escluse l’utilizzo di quelle tracce genetiche dal processo a carico di Stasi, annunciava la sua intenzione di usare l’analisi biostatistica, cioè quella condotta da Denise Albani. E proprio sul metodo usato dalla perita della Polizia, per contrastare le critiche di Marzio Capra al software, la difesa di Stasi ricorderà che lo stesso perito dei Poggi ha usato quel programma in passato per condurre indagini.
Cosa succede ora: le carte ancora da giocare e il futuro processo
Una volta chiuso l’incidente probatorio con l’acquisizione della prova agli atti, l’indagine è attesa da un mare magnum di possibilità. Soprattutto perché, fino a questo momento, la procura è probabile che abbia tenuto la maggior parte delle sue carte coperte. E che, una volta oltrepassato il primo ostacolo, si appresti a richiedere il rinvio a giudizio di Andrea Sempio portando sul tavolo anche la verifica dell’alibi dell’indagato (il famoso scontrino del parcheggio di Vigevano), l’impronta 33 trovata sul muro e attribuita a Sempio, la Blood pattern analysis del Ris di Cagliari, i risultati delle analisi affidate alla celebre anatomopatologa Cristina Cattaneo. E il possibile movente, che secondo indiscrezioni gli inquirenti avrebbero già individuato chiaramente.
