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Bonus scuole paritarie, arriva il voucher di 1.500 euro nel 2026: a chi spetta, i requisiti Isee e come funziona

19 Dicembre 2025 - 18:35 Ygnazia Cigna
scuola novità 2025 2026
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La misura torna a far discutere. Il M5S attacca: «Alla scuola pubblica, invece, vengono sottratti quasi 900 milioni nei prossimi anni. Non è un caso, è una scelta politica precisa»

Negli ultimi emendamenti alla legge di Bilancio è stato introdotto il bonus per le scuole paritarie. Si tratta di un buono da 1.500 euro per ogni studente iscritto agli istituti paritari. La misura, che da mesi fa discutere, è stata presentata da Mariastella Gelmini di Noi Moderati, nonché ex ministra dell’Istruzione, e prevede uno stanziamento complessivo di 20 milioni di euro per il 2026. L’erogazione del contributo sarà gestita dal ministero dell’Istruzione e del Merito. Già a novembre dello scorso anno Fratelli d’Italia aveva proposto un emendamento simile nella legge di Bilancio, scatenando polemiche politiche, ma poi lo stesso partito decise di ritirarlo. Noi Moderati, invece, ha ripreso l’iniziativa e ha portato avanti la proposta fino all’approvazione.

A chi spetta il bonus paritarie

Il bonus è riservato alle famiglie con un Isee non superiore a 30mila euro e riguarda gli studenti che frequentano la scuola secondaria di primo grado (le medie) o il primo biennio della scuola secondaria di secondo grado (le superiori) nelle paritarie. L’importo, però, non sarà uguale per tutti. Il contributo verrà modulato in base al reddito, con una scala che assegna somme più alte ai nuclei con Isee più basso. Tuttavia, bisognerà aspettare un decreto del ministero dell’Istruzione e quello dell’Economia per fissare i criteri nel dettaglio.

Le polemiche sui tagli alla scuola pubblica

L’annuncio ha subito acceso il confronto politico. Dall’opposizione arrivano immediate le critiche, soprattutto dal Movimento 5 Stelle, che da mesi attacca la misura. «Ancora una volta nella manovra spunta un voucher da 1.500 euro per chi manda i figli alle scuole private, mentre alla scuola pubblica vengono sottratti quasi 900 milioni nei prossimi anni. Non è un caso, è una scelta politica precisa», dichiara Luca Pirondini, capogruppo del M5S in commissione cultura al Senato. Per il ministero dell’Istruzione, invece, si tratta di «un passo importante per consentire anche alle famiglie non abbienti di poter esercitare il diritto di scelta educativa».

La replica del ministero

Alle accuse sulle risorse mancate (o tolte) alla scuola, il ministero replica in una nota: «L’incidenza della spesa per la scuola sul bilancio dello Stato crescerà nel 2026, passando dal 6,2% al 6,3%. Siamo ora in attesa dell’approvazione di un altro importante emendamento che stanzia 20 milioni di euro aggiuntivi per l’acquisto dei libri di testo sempre in favore delle famiglie meno abbienti». Ma dal M5S arriva una risposta alla nota del Mim, tacciata come «tendenziosa»: «La manovra prevede per la scuola un taglio di quasi 900 milioni di euro nel triennio 2026-2028. Valditara guarda solo al 2026 per nascondere la riduzione progressiva delle risorse. Inoltre, le somme indicate per il 2026 non sono nuovi fondi, ma semplice spesa corrente già prevista per supplenze e necessità ordinarie».

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