Manovra, meno fondi per le pensioni anticipate per i lavoratori precoci e usuranti. Torna il silenzio assenso sul Tfr e meno tagli alla Rai

Con l’ok in Commissione bilancio in Senato, arrivato ieri, adesso la manovra può arrivare in Aula, per poi passare alla Camera per l’ultimo sì entro la fine dell’anno. Tra le novità, riporta oggi Massimo Ferraro su Repubblica, spiccano i meno fondi per le pensioni anticipate dei lavoratori precoci e usuranti. Il taglio per chi ha almeno 12 mesi di contributi maturati prima del compimento del diciannovesimo anno di età e che possono fermarsi dopo 41 anni di versamenti, era di 20 milioni nel 2027, 60 nel 2028 e 90 nel 2029. Con la correzione, fino al 2032 restano 90 milioni annui in meno, poi la sforbiciata sale a 140 milioni nel 2033 e 190 nel 2034. Taglio di 40 milioni annui dal 2033 al Fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori con mansioni usuranti.
Tfr scatta il silenzio-assenso sui fondi complementari
Confermate nel maxi emendamento le già risapute nuove norme sul Tfr. Dal 1° luglio 2026, ai dipendenti del settore privato di prima assunzione si applicherà un meccanismo di adesione automatica alla previdenza complementare. Il lavoratore avrà 60 giorni di tempo per esercitare il diritto di rinuncia e conferire il Tfr a un’altra forma di previdenza complementare liberamente scelta o di mantenere il Tfr in azienda.
Detassati gli aumenti contrattuali: ecco come
La detassazione degli aumenti contrattuali viene allargata estendendo le annualità di riferimento e alzando la soglia reddituale. Inizialmente c’era una flat tax del 5% sull’incremento di salario dovuto ai rinnovi contrattuali collettivi del settore privato siglati nel 2025 e 2026. Misura per chi ha un reddito fino a 28mila euro all’anno. Ora in commissione Bilancio al Senato questa soglia è stata spostata ai lavoratori con reddito fino a 33mila euro annui.
Editoria, più soldi al Fondo. Rai, taglio solo nel 2026
Sui fondi all’editoria c’è il ripristino per il Fondo di 60 milioni di euro per il 2026. «Ringrazio il Mef e la Commissione per aver accolto la nostra richiesta – ha detto il sottosegretario alla Presidenza con delega a Informazione e editoria Alberto Barachini – una scelta strategica per la salute di un settore fondamentale per la nostra democrazia». E per la Rai il taglio del finanziamento alla tv pubblica derivante dal canone, inizialmente di 30 milioni di euro nel triennio 2026-2028, diventano 10 milioni per il solo 2026. Un segno del Pd sulla manovra di Meloni, riporta sempre Repubblica, è un emendamento, a prima firma Boccia-Valente-D’Elia, che stanzia 18 milioni contro la violenza di genere. Le donne vittime di violenza seguite dai centri avranno gli stessi benefici di chi ha un Isee pari a zero: quindi reddito di inclusione, sostegno all’abitare, trasporti, asili nido, bonus mensa. E con l’aumento dei fondi per il reddito di libertà, il contributo sale fino a 500 euro al mese (per un anno), si sostengono i percorsi di autonomia e fuoriuscita dalla violenza.
