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Manovra, bagarre in aula su Hannoun. Il centrosinistra si infuria per una presunta violazione del regolamento: «Precedente pericoloso»

28 Dicembre 2025 - 18:43 Sofia Spagnoli
giancarlo giorgetti
giancarlo giorgetti
Fratelli d’Italia chiede due informative sullo stesso caso, seppur a ministri diversi. Proteste del centrosinistra contro il presidente di turno Fabio Rampelli

Clima incandescente oggi nell’Aula della Camera dei deputati: le vacanze natalizie appena trascorse non hanno prodotto l’effetto distensivo sperato. E non è la discussione sulla Legge di bilancio 2026 a far salire la temperatura, con il provvedimento che approda oggi ufficialmente in aula, alla presenza del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. A incendiare l’Emiciclo è invece il caso di Mohammed Hannoun, presidente dell’Associazione dei palestinesi in Italia, al centro dell’inchiesta che ha portato al suo arresto e a quello di altre otto persone per un presunto schema di finanziamento ad Hamas. A questo si è aggiunta una presunta violazione del regolamento parlamentare durante il dibattito da parte del gruppo di Fratelli d’Italia. Da lì sono partite le proteste e le grida dai banchi del centrosinistra. E scatta la bagarre.

Kelany (FdI): «Hannoun coccolato dal centrosinistra»

La seduta di oggi si è aperta con l’intervento della deputata di FdI Sara Kelany sull’ordine dei lavori, durante il quale ha chiesto un’informativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per fare chiarezza sul caso Hannoun per riferire «sui contorni di questa indagine». Un personaggio che, secondo Kelany, «è stato osannato e coccolato da Pd, M5S e Avs, è stato invitato alla Camera anche dalla deputata Stefani Ascari (del Movimento 5 Stelle, ndr) che ha fatto con questo soggetto più missioni all’estero». Un «atteggiamento vergognoso – puntualizza – che noi abbiamo stigmatizzato fortemente, di cui abbiamo chiesto conto e rispetto al quale la sinistra si è trincerata in un imbarazzante silenzio, silenzio che perdura ancora oggi all’alba di questi fatti». Dovrebbero «scusarsi con gli italiani».

Scotto (Pd): «La magistratura vada avanti con le indagini»

Si accodano gli interventi di diversi esponenti del centrosinistra, tra cui quello del dem Arturo Scotto, che negli scorsi mesi era a bordo della Global Sumud Flotilla, la missione internazionale per portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. «A differenza della destra, per noi quando parla la magistratura e decide di avviare indagini non si discute: vadano fino in fondo – ha dichiarato – perché se c’è qualcuno che ha usato i soldi degli italiani non per sostenere la solidarietà nei confronti di un popolo genocidato, ma per sostenere la causa di un’organizzazione terroristica, chi lo ha fatto ha tradito la questione palestinese». Il dem ha poi ricordato la «condanna ferma dei fatti del 7 ottobre da parte dell’opposizione», perché «per noi il terrorismo è un nemico della causa e della prospettiva laica e democratica dei palestinesi».

Bonelli (Avs): «Giusto che la magistratura faccia chiarezza»

Anche il leader di Avs Angelo Bonelli è intervenuto per chiedere l’informativa del ministro Piantedosi, pur ricordando che «se vi sono inchieste giudiziarie in corso, è giusto che la magistratura faccia piena chiarezza, ma una cosa deve essere chiara: noi non abbiamo nulla di cui vergognarci e non dobbiamo chiedere scusa a nessuno».

Il cortocircuito

Dopo altri interventi, tra cui quello del capogruppo alla Camera del M5S Riccardo Ricciardi, il presidente di turno Fabio Rampelli passa la parola a Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia, che chiede un’informativa urgente al ministro degli Esteri Antonio Tajani, sempre sul caso Hannoun, in particolare «sul flusso di denaro importante che dall’Italia è uscito in modo irregolare e che potrebbe avere complicato i rapporti internazionali». È a questo punto che si crea il cortocircuito: secondo il regolamento, infatti, su un intervento sull’ordine dei lavori può prendere la parola un solo deputato per ciascun gruppo parlamentare. Fratelli d’Italia era già intervenuta in precedenza sullo stesso tema, seppur chiedendo un’informativa a un altro ministro.

Le proteste dell’opposizione: «L’Aula sarà ingovernabile»

Scattano le proteste dell’opposizione. I deputati dem Andrea Casu e Federico Fornaro iniziano a gridare dai banchi, criticando il fatto che il vicepresidente di turno Fabio Rampelli abbia consentito questa seconda richiesta. «Grave precedente – ha detto Marco Grimaldi di Avs – quello consentito dal presidente di turno Rampelli, permettendo l’intervento del deputato Donzelli e l’attacco alle opposizioni. Se questa è la prassi, l’Aula sarà ingovernabile. Se la destra ha deciso di andare all’esercizio provvisorio, lo dica».

«Un precedente pericoloso»

Anche il dem Federico Fornaro è andato all’attacco, parlando di un «comportamento inaccettabile e irresponsabile da parte del partito di maggioranza relativa». «Se è una scelta studiata a tavolino – ha aggiunto – mi chiedo cosa ci sia dietro questa vicenda, perché si tratta di un precedente pericoloso che vorrei fosse stigmatizzato, soprattutto in una fase delicata della vita parlamentare».

Il commento di Rampelli: «Non c’è alcun precedente»

«Prendiamo atto – ha aggiunto Valentina D’Orso, del Movimento 5 Stelle – che oggi si è creato un precedente, quello dello spacchettamento delle informative, perché di questo si tratta». A questo punto interviene Riccardo Ricciardi che, a sua volta, provocando sul fatto appena accaduto, chiede un’informativa al ministro Tajani. «Prima di togliere la parola, ascolto e cerco di capire se c’è un intervento pretestuoso o se c’è un intervento di merito. Non c’è alcun precedente – ha chiarito Rampelli – perché io ho interrotto Donzelli dopo averlo ascoltato e l’ho pregato di concludere, e il collega ha concluso il suo intervento anticipatamente. Quindi non si configura assolutamente alcun precedente da questo punto di vista». La seduta è quindi proseguita con il disegno di legge di Bilancio.

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