In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀCalcioFirenzeKalidou KoulibalyNapoliSerie AToscanaViolenza negli stadi

Com’è duro il ritorno in campo. A Napoli sono tutti Koulibaly. Rissa all’autogrill tra bolognesi e torinisti

29 Dicembre 2018 - 09:42 OPEN
Ultima giornata del 2018 in Serie A dopo la morte di un ultrà e i cori razzisti contro Koulibaly. Sulla A1, a Firenze, scontri tra due tifoserie. A gennaio il ministro Salvini convoca società, giocatori, arbitri e tifosi.Foto: Toro News

Non c’è stato neppure il tempo per metabolizzare gli effetti della folle serata vissuta a San Siro per Inter-Napoli. Nel giorno dell’ultima di campionato per il 2018, due gruppi appartenenti alle tifoserie di Torino e Bologna hanno trasformato il piazzale di un autogrill sulla Milano-Napoli in un campo di battaglia con una discussione degenerata presso in rissa. Poi la fuga precipitosa con gli agenti della Polizia impegnati nella rincorsa. Un contatto veloce con il coinvolgimento di un terzo autobus. Trasportava altri altri tifosi del Torino, assolutamente estranei allo scontro; hanno visto il cristallo posteriore distrutto da una pietra lanciata – sembra – dalla banda bolognese.

È stato il danno più evidente, ma sconvolge  la vicinanza tra l’episodio e la guerriglia che mercoledì ha preceduto Inter-Napoli. Resteranno nella memoria collettiva le immagini di un agguato ai napoletani nei pressi dello stadio, ma fuori dall’area supercontrollata; nessuno dimenticherà la faccia di Dede Belardinelli, l’ultrà di Varese morto per essere stato investito da un Suv (con una dinamica tutta ancora da accertare) nei momenti seguiti alla battaglia; così come resterà, assordante, il sottofondo dei buu stupidamente razzisti che hanno accompagnato dagli spalti del Meazza la partita giocata da Kalidou Koulibaly, il campione del Napoli difeso anche da Ronaldo, ma non da chi avrebbe potuto aiutarlo sospendendo simbolicamente il gioco per far scattare una presa di coscienza di massa.

Sono seguiti giorni di polemica, a volte anche inutilmente accademica. Al di là delle inevitabili sanzioni, comminate (come le partite a porte chiuse e divieto di trasferta per gli interisti) o proposte (il questore di Milano vorrebbe imporre una chiusura delle curve fino a marzo e viaggi del tifo bloccati per tutta la stagione), nessuna nuova norma (che valga per tutte le tifoserie) è stata annunciata. Sono intervenuti tutti – dal premier Conte, al ministro Salvini, ai dirigenti del calcio, agli allenatori, ai calciatori, ai tifosi ben pensanti e a quelli militanti negli eserciti delle curve, per ora nessun atto ufficiale. Al Ministero verrà organizzata una riunione subito dopo l’Epifania, una sorta di Stati Generali del calcio per elaborare una strategia di interventi.

Sarà utilizzato il periodo della pausa invernale della Serie A (si riprenderà il 18 gennaio) per ripartire da regole nuove. Prima occorre far rispettare quelle già esistenti: l’UEFA ha detto che per Koulibaly il protocollo antirazzismo non è stato rispettato, il superprocuratore del Calcio, Pecoraro, ha ammesso che Inter-Napoli andava fermata, chi ha gestito l’ordine pubblico ha convenuto che la battaglia di via Novara poteva essere evitata con un’opera di prevenzione invece saltata.

Serrare i bulloni della macchina organizzativa sarà indispensabile per evitare repliche intollerabili. Oggi in campo sarà una giornata probabilmente anestetizzata. Qualche messaggio di alert è stato lanciato, come per Atalanta-Roma del prossimo 27 gennaio. A Napoli consacrazione della partita con il Bologna alla solidarietà per Koulibaly. Il giocatore senegalese non potrà giocare (due giornate di squalifica sono state decise per lui dopo l’espulsione per doppia ammonizione), ma l’immagine della sua faccia verrà esposta dal pubblico in tribuna. Tutte le curve, invece, ricorderanno Belardinelli, l’ultrà morto. Il rispetto alla memoria è sempre dovuto, ma non facciamone un eroe. Altrimenti la risalita sarà più dura per tutti.

Articoli di ATTUALITÀ più letti