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Flop di Grillo sulla Rai, Aldo Grasso: «Comico modesto: non entrerebbe nemmeno a Zelig»

29 Gennaio 2019 - 12:33 Giada Ferraglioni
Basso indice di ascolto per il collage comico del fondatore del Movimento 5 Stelle. Il critico televisivo a Open: «Ieri sera ha mostrato tutta la sua modestia teatrale»

Ieri sera è andato in onda su Rai 2 C'è Grillo,best of delle performance comiche di Beppe Grillodedicato ai 40 anni della carriera dello show man. Gli ascolti però non sono andati come sperato: il fondatore del Movimento 5 Stelle ha ottenuto soltanto il 4,34% di share. In altri termini, a guardare lo show sono stati appenaun milione e trentaduemila spettatori. Nonostante il trending topic su Twitter #Cegrillo, a seguire la trasmissione sono stati soprattutto adulti tra i 45 e 54 anni. A registrare il numero più basso di gradimento è stato il Sud, quella fascia di popolazione che alle elezioni ha preferito in massa il Movimento. Lo share tra isole e regioni meridionali è rimasto fermo al 3,58%.

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Secondo quanto ha dichiarato a Agi Carlo Freccero,direttore di Rai Due, il basso riscontro non è stato dovuto tanto alla qualità del prodotto ma a una «volontà di boicottaggio». Presto è arrivato il commento del Pd che, con Michele Anzaldi, ha chiesto le dimissioni del direttore: «Lo share di Grillo – ha dichiarato – è sotto la media di rete e il peggiore dei canali Rai e Mediaset. Freccero senza vergogna aveva giustificato la serata dicendo che serviva a far crescere ascolti, invece ha trascinato la sua rete in fondo alla classifica Auditel: ora si dimette?».

Aldo Grasso, critico televisivo ed editorialistadel Corriere della Sera, a Open ha dichiarato di «non vedere risvolti politici nel flop».«Beppe Grillo è un comico modesto – ha continuato – che oggi non passerebbe nemmeno la selezioni di Zelig, e Freccero ha fatto l'errore più grosso della sua carriera televisiva mandandolo in prima serata suRai Due».

Il direttore ha dovuto fare i conti anche con la notiziatrapelataprima della messa in onda dello show, secondo cui la rete avrebbe speso 30.000 euro per acquistare i diritti d'autore delle clip video, azione che aveva definito«un normalissimo atto di acquisizione di diritti». In un commento alla vicenda, il vicepremier Matteo Salvini si era espresso affermandodi essere«sicuro che li darà in beneficenza», non avendo Grillo «bisogno di quei 30mila euro».

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