«Truppe americane pronte all’intervento in Venezuela». L’intervista di Open a un ex giudice in esilio

«Le mie fonti dicono che i convogli umanitari sono già sul confine colombiano. La prossima settimana sarà decisiva per le sorti del Paese e del presidente venezuelano legittimo, Juan Guaidó»

«La situazione avrà un epilogo nei prossimi giorni, nel bene o nel male. Le truppe statunitensi sono stanziate sul confine colombiano e sono pronte a scortare fino a Caracas convogli di aiuti umanitari. Entreranno in Venezuela, non so precisamente a che ora e in quale giorno della prossima settimana. Questo è un dato, sono sicuro. Le mie fonti mi dicono che le forze di sicurezza chaviste respingeranno i nordamericani o sequestreranno gli alimenti e le medicine. La mia previsione è che quello sarà il punto di non ritorno per Maduro. Nel bene o nel male». Per la sua incolumità, non possiamo comunicare il nome del giudice venezuelano che ha spiegato a Open cosa sta succedendo nel Paese, come lui stesso ci ha chiesto: «Bajo esta condición, podemos conversar: yo no quisiera que mi nombre fuera publicado por cuestiones de seguridad para mi e para mi familia que está en Venezuela». Il giudice ci ha rivelato alcune informazioni poco note che, dopo una nostra verifica, risultano attendibili. Il giudice dice di essersi dimesso quando ha fiutato che il Venezuela, con l’ascesa diChávez, stava diventando una “Narcotirrania” (sua la definizione). In passato ha ricoperto i ruoli più alti nella magistratura del Paese. Adesso si trova in esilio volontario in un altro Stato del continente americano. «Per il resto della mia vita, il mio scopo sarà far conoscere al mondo la verità, la verità su ciò che è successo in Venezuela negli ultimi vent’anni».


Cos’è successo con la morte di Chávez?


«Chávez nomina come suo successore Maduro: si tratta di un’assegnazione totalmente illegale e incostituzionale. Per non parlare dell’elezione di Madurodel 20 maggio 2018: fu viziata da gravi irregolarità, è illegittima secondo la nostra Costituzione. Un’elezione mai riconosciuta dall’Unione europea, dagli Stati Uniti, dal Canada, dalla maggior parte dei Paesi sudamericani, da nessuno. Salvo questi Paesi, ricordateli bene perché se approfondite il tema scoprirete quali enormi interessi economici li legano a Maduro e alla svendita della ricchezza venezuelana: Bolivia, Cuba, Nicaragua, El Salvador, Russia, Cina, Iran, Bielorussia e Corea del Nord».

Non c’è mai stata quindi un’elezione legittima di Maduro?

«No, ma adesso voglio spiegare perché la posizione di Juan Guaidó invece è legittima, non ne parla nessuno all’estero. La costituzione venezuelana dice: “Senon c’è un presidente che è stato eletto attraverso elezioni democratiche e legittime, il presidente del Congresso del Venezuela, quello che voi chiamate parlamento, assume direttamente la presidenza dello Stato e convoca entro 30 giorni elezioni libere per scegliere un nuovo presidente della Repubblica”». Il magistrato fa riferimento agli articoli che vanno dal 231 al 233 dellaConstitución de la RepúblicaBolivariana del Venezuela.

Quindi secondo la legge venezuelana oggi Juan Guaidó è l’unico e solo presidente della Repubblica?

«Esattamente. Tutti i giornali italiani dicono che Guaidó si è autoproclamato presidente. Fate sapere loro che si sbagliano, la nostra costituzione dice che lui dal 10 gennaio è diventato presidente di diritto in quanto capo del Congresso. Non stupitevi, anche la costituzione italiana dice che se il presidente della Repubblica muore o ha un impedimento permanente, prende temporaneamente il suo ruolo il presidente del Senato. Guaidó sta compiendo il mandato datogli dalla costituzione. E segnalo che è appena avvenuta una grande defezione nell’apparato militare fedele a Maduro: il generale delle forze aeree si è ribellato ha riconosciuto come legittimo presidente Guaidó».

Insomma,Guaidó non si è autoproclamato?

«No. Ma aggiungo che non solo Maduro, ma anche la Corte Suprema del Venezuela è un tribunale illegittimo perché non è stato nominato da questo congresso, ma da quello precedente. Il nuovo parlamento effettivamente ha nominato una nuova Corte Suprema, solo che in questo momento quei giudici sono in esilio a Washington perché la Corte precedente, sotto l’ordine di Maduro, non ha lasciato il potere. È paradossale, perché i giudici legittimi non possono applicare la giustizia: sono senza forza, quindi senza la polizia, e ogni sentenza è vana, inapplicata. Adesso siamo nella situazione in cui la vera Corte Suprema del Venezuela, da Washington, ha condannato Maduro a 20 anni di reclusione per reati di corruzione, ma è una sentenza che non riescono a far applicare perché le forze armate continuano a proteggere Maduro».

«La comunità internazionale vuole mandare qui medicine e farmaci perché nove persone su 10 sono ormai malnutrite. Adesso i convogli di medicine e alimenti si trovano sul confine colombiano. Nella prossima settimana saranno scortati dalle truppe statunitensi. Ora, se le forze armate venezuelane attaccano i convogli o li sequestrano, ci sarà una reazione degli Stati Uniti che dovrà difendere i suoi militari. Secondo me l’attacco ai convogli sarà sferrato dai Colectivos chavisti,una delle tante milizie presenti in venezuela,Ma non solo, l’amministrazione di Trump ha già detto che se succedesse qualsiasi cosa a Guaidó, gli Stati Uniti la considereranno un’aggressione al presidente del Venezuela e saranno obbligati a intervenire. Alcune mie fonti dicono che gli Usa hanno già tutto pronto per un intervento imminente nel nostro Paese».

Perché dovrebbero entrare in una questione del genere proprio nel momento in cui stanno annunciando, per esempio in Medio Oriente, il ritiro o la riduzione della propria presenza militare?

«Per varie ragioni: non solo per la difesa di Guaidó. Il Venezuela si è trasformato in uno dei centri operativi degli Hezbollah libanesi, i loro uffici principali si trovano a Caracas. E a questo punto non posso non dire che c’è anche la questione iraniana in ballo. è l’Iran il concessionario che estrae l’uranio qui e lo porta a Teheran per il proprio programma nucleare».