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Il summit anti-Iran a Varsavia è fallito: Europa e Stati Uniti si dividono

14 Febbraio 2019 - 20:12 Cristin Cappelletti
Gli Stati Uniti sperano di formare una coalizione europea anti-Iran. Presenti il ministro degli Esteri italiano, ma il resto dell'Unione diserta la conferenza

Il 13 e il 14 febbraio si sono riuniti in Polonia i leader di più di sessanta Paesi. La conferenza di Varsavia, Promuovere un futuro di pace e di sicurezza in Medio Oriente, è stata voluta dagli Stati Uniti. Ma dietro all’apparente volontà di trovare una soluzione congiunta ai problemi del Medio Oriente si nascondono obbiettivi ben diversi.

«Contro l’influenza destabilizzatrice di Teheran», questo il focus iniziale che il segretario di Stato americano aveva pensato per il summit. Ma a fronte del mancato entusiasmo da parte dei Paesi Ue, Pompeo ha deciso di smorzare i toni dell’incontro. Le ragioni rimangono però le stesse: un cambio di regime in Iran. John Bolton, consigliere per la sicurezza del governo Trump, aveva promesso che la Repubblica Islamica non avrebbe festeggiato il suo 40esimo anniversario, ma proprio l’11 febbraio Teheran ha ricordato i 40 anni dalla caduta dello scià.

L’asse Stati Uniti – Israele

Alla conferenza gli Stati Uniti hanno portato tre pezzi da novanta, il segretario di Stato Mike Pompeo, il vice presidente Mike Pence e il genero e consigliere di Donald Trump, Jared Kushner. «Non è possibile arrivare alla pace e alla stabilità in Medio Oriente senza confrontarsi con l’Iran», ha detto il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. Il vice presidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha definito l’Iran «la più grande minaccia alla pace e alla sicurezza nel Medio Oriente» e ha accusato la Repubblica islamica di pianificare un «nuovo Olocausto» con le sue ambizioni regionali.

Con queste affermazioni Washington strizza l’occhio a Israele che si è presentata a Varsavia con Benjamin Netanyahu. Nella conferenza per la stabilizzazione del Medio Oriente manca la Palestina, assente di spessore, per una conferenza che mira alla pace in Medio Oriente. Il leader dell’autorità palestinese Abu Mazen ha boicottato l’incontro, così come altri Paesi arabi. Anche il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha criticato il summit come «un altro tentativo degli Usa di seguire la propria ossessione sull’Iran».

Il summit anti-Iran a Varsavia è fallito: Europa e Stati Uniti si dividono foto 1

ANSA |Il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif

L’Europa e l’accordo sul nucleare

Oltre al mondo arabo l’incontro rischia di polarizzare anche l’Europa. «L’Unione europea ha bisogno degli Stati Uniti per stabilizzare il Medioriente» ripete il ministro degli Esteri polacco Czaputowicz, ma di Europa a Varsavia quasi non c’è traccia. Solo il ministro inglese e quello italiano si sono presentati nella capitale polacca, mentre gli altri Paesi si sono accontentati di mandare dei delegati.

Proprio durante la conferenza Mike Pence ha chiesto agli «alleati europei» di «ritirarsi dall’accordo sul nucleare con l’Iran» e seguire dunque la strada intrapresa da Trump. Francia e Germania sono contrari al diktat statunitense e Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Ue, ha ribadito che con gli Stati Uniti «abbiamo vedute diverse sull’accordo per il nucleare con l’Iran, ma abbiamo altri punti di vista che coincidono. Per l’Ue la piena attuazione dell’intesa con Teheran è una questione di sicurezza».

La posizione dell’Italia

Ma se l’Europa sceglie la via del compromesso, il ministro degli Esteri italiano sembra invece volersi avvicinare agli Stati Uniti. La partecipazione italiana rientrerebbe in un piano per continuare a sostenere l’alleanza atlantica. Dopo la crisi diplomatica con la Francia e l’intervento di Conte al Parlamento europeo l’Italia è alla ricerca di partner affidabili per uscire da l’isolamento. Ma la NATO vacilla, con un Europa che proprio la settimana scorsa ha approvato uno strumento per poter aggirare le sanzioni statunitensi all’Iran e preservare i suoi interessi.

Francia, Germania e Regno Unito hanno progettato un nuovo meccanismo per permettere alle proprie aziende di fare affari con l’Iran senza incorrere nelle sanzioni statunitensi. Lo Special Purpose Vehicle (SPV) dovrebbe convincere l’Iran a rimanere nell’accordo bypassando la volontà degli Stati Uniti. Washington era sicura di trovare a Varsavia un fronte comune europeo contro l’Iran. Ma i detrattori degli Ayatollah non sono usciti allo scoperto. L’Europa cerca di salvare l’accordo sul nucleare iraniano, e per farlo sembra pronta a scontrarsi con i suoi alleati.

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