Luca Traini e Sebastiano Venier, chi sono gli italiani citati dal terrorista della Nuova Zelanda

In una foto postata su Twitter dall’attentatore Branton Tarrant, compaiono i nomi di due italiani scritti sui caricatori delle armi utilizzate per l’attentato

La notizia dell’attentato in Nuova Zelanda arriva in Italia alle tre del mattino. Tre terroristi aprono il fuoco sulle moschee di Christchurch, quella diMasiid al Noor nel centro dell città e quella diMasjid nel sobborgo di Linwood. Il volto della strage èquello diBrenton Tarrant, un australiano di28 anni, cheha documentato l’attentato con una gopro. Prima di aprire il fuoco, ha postatosui socialun manifesto di 74 pagine «anti-immigrati e anti-musulmani». Un’altra immagine, diffusa dallo stesso Tarrant su Twitter, ritrae dei caricatori con sopra incisi i nomi degli ispiratori: tra questi compaiono anche quelli di Luca Traini e Sebastiano Venier.


Luca Traini

Ex candidato della Lega al consiglio comunale di Corridonia, è stato l’autore dell’attentato di Macerata del 3 febbraio 2017. Traini sparò sulla folla mentre era alla guida della sua autoferendosei persone, tutti immigranti africani. L’episodio avvenne poco dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana trovata morta il 31 gennaio 2017, che era ospite del centro di recupero di Corridonia: l’unico imputato per il suo omicidio è un immigrato nigeriano, accusato di omicidio e occultamento di cadavere.«Non rinnego niente di quello che ho fatto», dichiarò Traini. «Io volevo colpire chi spaccia, come quello che ha venduto la droga a Pamela. Non è colpa mia poi se a Macerata tutti gli spacciatori sono neri».


Sebastiano Venier

Sebastiano Venier (1496 – 1578), o colui che sconfisse i Turchi in pantofole, fu uno dei protagonisti della battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, uno degli scontri navali che cambiò radicalmente gli equilibri del Mediterraneo. La battaglia, avvenuta nel corso della guerra di Cipro, vide contrapposta la flotta turca a quella della Lega Santa, una coalizione militare promossa nello stesso anno da Pio V a seguito del saccheggio di Nicosia (a Cipro) da parte degli ottomani.

In quell’occasione, la Lega sconfisse la flotta musulmana grazie anche a Venier, che a 74 anni comandò le forze di Venezia dalla nave Capitana. Pare che, invece dei soliti stivali, Venier indossasse delle pantofole. Non si sa bene se per ragioni logistiche (lui disse che funzionavano meglio sul bagnato rispetto alle altre calzature) o per ragioni di salute (probabilmente soffriva di calli o gotta). Dopo la fine della quarta guerra turco-veneziana, Venier ottenne il dogado di Venezia (1577, un anno prima della sua morte).

Le altre citazioni: AlexandreBissonnette

Alexandre Bissonnette è un terrorista canadese di 29 anni, condannato all’ergastolo dopo aver ucciso sei persone in una moschea di Quebec City il 29 gennaio 2017. Bissonnette entrò nel Quebec Islamic Cultural Centre della città e aprì il fuoco sulle 35 persone in preghiera. Oltre alle sei vittime, il terrorista ferì gravemente altri cinque tra i presenti.

Novak Vujošević

Vujošević fu l’eroe della battaglia di Fundina, una cittadina della regione di Kuci nell’ex Principato del Montenegro (Stato dell’Europa sud-orientale, confinante con l’Albania, che esistette dal 1852 al 1910), fondato e governato daNicola I. La battaglia vide contrapposti l’esercito del Montenegro e quello degli ottomani, e si svolse il 2 agosto del 1876, che secondo il calendario ortodosso coincide con il giorno di Sant’Elia. Vujošević viene considerato “eroe” perchénel corso della giornata uccise 28 soldati nemici, contribuendo in maniera decisiva alla vittoria del Montenegro che fermò l’avanzata dei turchi. L’azione gli valse un riconoscimento ufficiale da parte dell’impero Russo.

La battaglia del passo di Shipka

È una delle tappe della guerra russo-turca (1877-1878), che prese le mosse dalle proteste degli slavi cristiani nei territori dell’Impero Ottomano in Europa – dominio che all’epoca si estendeva fino alla Moldavia e a parte della Romania. Il passo Shipka è situato nella catena dei Monti Balcani in Bulgaria, ed è stato luogo di una serie di scontri tra l’esercito russo (supportato da alcuni volontari bulgari) e i turchi.

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