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La stecca del Pd sul voto delle primarie: risultati ufficiali “impossibili”

17 Marzo 2019 - 14:41 Redazione
Qualcosa non torna nelle percentuali dei risultati ufficiali delle primarie del Partito Democratico

Un’incongruenza clamorosa macchia la conclusione delle Primarie del Partito Democratico. Prima dell’elezione in assemblea nazionale del nuovo segretario sono stati ufficializzati i risultati delle primarie, pubblicati sul profilo Twitter del giornale del Pd, Democratica.

https://twitter.com/statuses/1107226115003871232

 

A una prima occhiata tutto sembrerebbe regolare. Ma facendo i calcoli sul numero di votanti e non limitandosi a guardare le percentuali cosa emerge?

La stecca del Pd sul voto delle primarie: risultati ufficiali “impossibili” foto 1

Le percentuali “perfette” dei tre candidati dopo le Primarie del Pd

Le percentuali

Ci troviamo davanti a tre candidati con tre percentuali perfettamente scolpite su numeri precisi al milionesimo. Zingaretti perfettamente al 66%, Martina al 22% e Giachetti al 12%. Questi dati risultano essere totalmente impossibili a livello statistico.

L’anomalia – su cui non abbiamo ancora ricevuto alcun chiarimento da parte del Pd – risiede nel fatto che i decimali delle percentuali siano così netti e tutti prossimi al numero tondo. Effettuando un’elementare proporzione sui risultati, tendendo conto che hanno votato 1.569.628 persone, risulterebbe infatti:

  • Zingaretti: 1.569.628 : 100 = 1.035.955 : x —– x = 66,0000331% (dato ufficiale: 66%)
  • Martina: 1.569.628 : 100 = 345.318 : x —– x = 21,9999898% (dato ufficiale: 22%)
  • Giachetti: 1.569.628 : 100 = 188.355 : x —– x = 11,9999771% (dato ufficiale: 12%)

Come si può notare, le percentuali si avvicinano tutte al numero tondo, anche considerando le cifre significative dopo la virgola. Non si tratta di arrotondamenti o approssimazioni, ma i numeri dei voti ricevuti dai tre candidati sembrano essere perfettamente distribuiti intorno al risultato percentuale tondo.

Il confronto con le primarie del 2017 e del 2013

Guardando ai risultati delle primarie del 2017 e del 2013, le percentuali finali sembrano essere statisticamente più “normali” rispetto a quelle dell’elezione di quest’anno.

Nel 2017, quando a sfidarsi per la segreteria del Pd c’erano Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano, le percentuali – e in particolare i decimali – di voto risultavano meno prossimi alle unità.

  • Renzi: 1.817.412 : 100 = 1.257.091 : x —– x = 69,1692913% (dato ufficiale: 69,17%)
  • Orlando: 1.817.412 : 100 = 362.691 : x —– x = 19,9564546% (dato ufficiale: 19,96%)
  • Emiliano: 1.817.412 : 100 = 197.630 : x —– x = 10,8742542% (dato ufficiale: 10,87%)

Anche nel 2013, quando in corsa per la segreteria di partito c’erano Renzi, Civati e Cuperlo, i decimali risultavano più “normali”.

  • Renzi: 2.805.775 : 100 = 189.5332 : x —– x = 67,5511044% (dato ufficiale: 67,55%)
  • Civati: 2.805.775 : 100 = 399.473 : x —– x = 14,237528% (dato ufficiale: 14,24%)
  • Cuperlo: 2.805.775 : 100 = 510.970 : x —– x = 18,2113676% (dato ufficiale: 18,21%)

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