«Smettetela di fare gli equilibristi sulle rotaie di Auschwitz», è il museo che ve lo chiede

Il messaggio è stato lanciato tramite l’account Twitter ufficiale. Troppe le foto scattate in equilibrio su quei binari che hanno portato alla morte oltre un milione di persone

Non lascia spazio a interpretazioni fuorvianti il messaggio lanciato dall’account Twitter del Museo dell’olocausto di Auschwitz, Il campo di concentramento è uno dei simboli più importanti per ricordare cosa è successo durante il regime nazista. Così importante che ogni anno diventa meta di migliaia di studenti in gita scolastica.


Il messaggio del museo

«Quando venite ad Auschwitz ricordate che vi trovate in un luogo in cui vennero uccise oltre un milione di persone. Rispettate la loro memoria», si legge nel tweet. «Per imparare a fare equilibrismo ci sono posti migliori di un luogo che rappresenta la deportazione e la morte di centinaia di migliaia di persone». 


https://twitter.com/statuses/1108337507660451841

Affinché il messaggio fosse compreso in modo inequivocabile, i responsabili media del museo hanno accompagnato il tweet con delle foto. In questi scatti si vede come si sia sempre più diffusa l’abitudine tra i visitatori di farsi immortalare mentre fanno equilibrismo sulle rotaie, quelle che portano all’interno del campo di detenzione nazista. 

I precedenti

È la prima volta che un sito memoriale della Shoah si trova nella situazione di dover riprendere i propri visitatori, invitandoli alla decenza e al rispetto delle vittime. Questo non vuol dire non si possano scattare foto all’interno dell’ex campo di Auschwitz, ma devono essere fatte con decoro, decenza e discrezione. Negli ultimi anni sono stati diversi gli “scatti inappropriati” che avevano come sfondo questi luoghi.

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Breanna Mitchell – Twitter | Il selfie di Breanna Mitchell ad Auschwitz

Nel 2014 una giovane ragazza di nome Breanna Mitchell fece un selfie sorridente nel campo di concentramento polacco. Una volta pubblicato lo scatto su Twitter, la foto divenne virale e la Mitchell venne presa di mira con insulti e minacce per settimane. La giovane, contattata poi dalla stampa britannica, spiegò che la foto incriminata fosse in ricordo al padre scomparso, con cui aveva studiato l’Olocausto. Brianna però non è l’unica.

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Shahak Shapira / Yolocaust – Il giocoliere

I casi del genere, parallelamente alla diffusione sempre più capillare dei social network, si sono progressivamente moltiplicati. Nel 2017, Shahak Shapira, artista tedesco di origine israeliano, lanciò Yolocaust, un progetto fotografico che apponeva i selfie dei visitatori al Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa a Berlino, progettato da Peter Eisenman, alle foto scattate nei campi di concentramento. L’intento era quello di denunciare e educare chi non comprende a pieno il rispetto da dover mantenere in certi luoghi. 

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