Brasile, Bolsonaro: «Taglierò i fondi alle università di sociologia e filosofia. Non servono al Pil»

L’obiettivo del Presidente è quello di «concentrarsi su materie che generano un ritorno immediato per il contribuente, come veterinaria, ingegneria e medicina». Nel 2015 il ministro della Cultura giapponese Hakuban Shimomura aveva preso provvedimenti in questo senso

Con un tweet del 29 aprile il Presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha annunciato che «il ministro dell’Istruzione sta studiando la decentralizzazione degli investimenti dalle facoltà di filosofia e sociologia… L’obiettivo è concentrarsi su materie che generano un ritorno immediato per il contribuente, come veterinaria, ingegneria e medicina».


Poi ha spiegato: «Il ruolo del governo è di rispettare il denaro dei contribuenti, insegnare ai giovani a leggere, scrivere, perché acquisiscano competenze che generino un reddito per la persona e garantiscano il benessere della famiglia, che migliora la società attorno a loro». 


Il deputato del Partito Democratico Laburista Túlio Gadelha ha reagito su Twitter, dichiarando che «Tagliare i fondi alle facoltà di filosofia e sociologia mostra il vero progetto di questo governo: l’instupidimento di questo Paese».

Secondo Gadelha: «I corsi di scienze umane sono fondamentali per la costruzione dell’idea e del pensiero critico in qualsiasi società. Un popolo che non pensa non lotta per i suoi diritti».

In più, argomenta: «Con questa decisione, il governo disconosce due principi costituzionali che guidano l’educazione brasiliana: il principio di autonomia delle università e la libertà di insegnamento. Colpire al Costituzione è inaccettabile». 

Nel 2015, più di 50 università giapponesi hanno ridotto i corsi di scienze umane dopo l’invito del ministro della Cultura Hakuban Shimomura di investire in corsi più «pratici» che sono in grado di assecondare meglio i «bisogni della società».

In un’intervista al quotidiano The Guardian su questo tema, Martin Daunton, a capo del dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Cambridge, aveva affermato: «Come possiamo capire le principali questioni della contemporaneità – cose come l’etica delle cellule staminali – se smettiamo di affrontare le domande che pone la filosofia?»

Non è la prima volta che le scelte di Jair Bolsonaro fanno discutere, anche fuori dai confini del Brasile. Il Presidente ha promosso anche le castrazioni chimiche, l’impunità per gli omicidi della polizia e la liberalizzazione delle armi. Le sue prime mosse dopo l’insediamento sono state cedere i territori indigeni al ministero dell’agricoltura e eliminare il ministero della diversità, che garantiva il rispetto dei diritti civili di tutte le minoranze. 

Brasile, Bolsonaro: «Taglierò i fondi alle università di sociologia e filosofia. Non servono al Pil» foto 1
Ansa / Protesta di popolazioni indigene a Brasilia

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