Il M5S “sfratta” CasaPound. Castelli: «Basta villeggiatura, riprendiamoci il palazzo»

La viceministra dell’Economia Laura Castelli contro il partito di estrema destra: «Pensare che si debba bloccare lo sviluppo per lasciare in villeggiatura gratuitamente persone che non sono in stato di difficoltà è assurdo»

Il viceministro dell'Economia, Laura Castelli, sfratta CasaPound:«Ha fatto bene il Vice Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, a ribadire la necessità di sgomberare l’immobile occupato abusivamente – ha detto. -A Roma esiste un immobile di proprietà dell’Agenzia del Demanio, in capo al MEF, che lo Stato non può mettere a reddito dal 2003. Un bene, dunque che non può essere adeguatamente valorizzato, a fini istituzionali, sociali o turistici».


Il 29 gennaio l'assemblea capitolina aveva approvato a maggioranza una mozione proposta dal Pd e votata dal M5S che impegnava la sindaca Virinia Raggi«aintervenire presso il Ministero degli Interni, il prefetto e il questore affinché sia predisposto lo sgombero immediato dell'edificio di Via Napoleone III, illegalmente occupatodall'associazione Casapound Italia»


Poi era arrivato lo stop del ministro dell'Interno Matteo Salvini che aveva chiarito che la priorità per quanto riguarda gli sgomberi andava data alle situazioni di pericolosità e instabilità delle strutture:«Come da accordi con la Prefettura, interverremo sulle occupazioni illegali ma – aveva sottolineatoil leader leghista – si partirà dalle situazioni più pericolose per l’instabilità delle strutture e da quelle per cui ci sono richieste di sequestro»

Castelli interviene proprio su quella posizione di Salvini, e riferendosi all'edificio occupato da Casapound, ribadisce: «Questo palazzo deve essere inserito o in un piano di riqualificazione o in un piano di dismissioni del patrimonio pubblico, entrambi obiettivi prioritari del Governo – insiste la vice ministro – lo Stato deve tornare a fare lo Stato recuperando i propri beni, a maggior ragione se questi possono dare servizi e produrre reddito utile a finanziare altri servizi».

Al provvedimento del Campidoglio aveva replicato anche il leader di CasaPound Simone Di Stefano:«Non esiste nessuna sede di partito in via Napoleone III, ci sono invece18 famiglie in emergenza abitativa– aveva dettoDi Stefano -. Il Comune non è il proprietario, quindi non ha nessun potere di richiedere indietro lo stabile».

Ma oggi Castelli, al di là della decisione presa dal Comune di Roma e non ancora resa operativa, sembra voler portare la questione ai piani più alti delle istituzioni, in quello che sembra un nuovo capitolo nelle tensioni all'interno delle forze di governo:«Sappiamo che ci sono progetti di interesse per lo sviluppo della città e del quartiere, che creano posti di lavoro e attività d’impresa.Pensare che si debba bloccare lo sviluppo per lasciare in villeggiatura gratuitamente persone che non sono in stato di difficoltà è assurdo.

Castelli infatti sembra far direttamente riferimento alle parole del ministro dell'Interno sulla priorità da dare agli edifici pericolosi (sottointendendo che lo sgombero di CasaPound non fosse prioritario): «Legare lo sgombero di un immobile – precisa Castelli – alla pericolosità della struttura è sicuramente importante, ma non può mancare tra i criteri la messa a reddito per scopi sociali, istituzionali e turistici. Non servono scuse, ma efficienza amministrativa. Ridaremo quella struttura alla collettività. Ci impegniamo anche su questo».

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